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1) Dizion. 5° Ed. .
GLOSSA.
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Dizion. 5 ° Ed.
GLOSSA.
Definiz: Sost. femm. Dichiarazione di una parola o di un passo oscuro, fatta ad alcun testo; Chiosa.
Dal grec. γλῶσσα, Lingua, e altresì Parola oscura, mediante il lat. glossa, che oltre a quest'ultimo senso aveva pur l'altro di Spiegazione di parola oscura. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 436: Imperò che poco di savore dà la lezione della lettera di fuori a chi legge, se non riceve in cuore lo intelletto della glossa e dell'allegoria d'essa lettera dentro (qui figuratam.).
Esempio: Not. Malm. 1, 295: Glossa vale lingua; poichè i Greci poeti.... avevano bisogno di spiegazione a certi suoi vocaboli, i quali essi pigliavano da altri dialetti, ovvero lingue: e queste interpretazioni si domandavano glosse, cioè lingue; come si potrebbe fare al nostro Dante.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 25, 4, 31: Altro che benigna interpretazione è quella, la cui glossa distrugge il testo! (qui in locuz. figur.).
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 79: Le esposizioni de' gramatici, che dichiaravano le voci de' poeti, si nominarono glosse, cioè lingue, perciocchè da varj dialetti e linguaggi prendevano i poeti.
Definiz: § I. In senso speciale dicesi di Ciascuna di quelle brevi annotazioni o dichiarazioni, che i primi interpetri del Diritto romano solevano scrivere in margine o nelle interlinee del testo: e assolutam., La glossa, vale Tutte insieme siffatte annotazioni e interpetrazioni. E per estensione applicasi anche alle interpetrazioni della Scrittura e del Diritto canonico. –
Esempio: Grazz. Comm. 237: Semper honoranda senectus, dice una nostra glossa, cioè che la vecchiezza si debbe sempre onorare.
Esempio: Bellin. Cap. Matr. 295: E nel matrimoniar (segue la glossa) Ci vuol carne anche lì, ma carne viva (qui in ischerzo).