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COLA, pronunziato coll'o stretto.
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COLA, pronunziato coll'o stretto.
Definiz: Sost. femm. Arnese in forma di cassetta senza coperchio, più larga alla bocca che nel fondo, dove è una graticola di ferro; e adoperasi per colare la calce spenta, e fatta liquida coll'acqua.
In lat. colum dicevasi la Calza da vino. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 142, 2: Devesi però avvertire.... di non pigliar la calcina che cade sotto la cola, ma quella che scorre per lo rimanente del trogolo.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 70: In qualche luogo della nostra Toscana.... si usa [per colare il vino] una specie di cola come quelle da calcina, che si fa di legno in vece di ferro.
Definiz: § I. È anche un Arnese di legno fatto a cassetta, che, accomodato sul tino, serve a pigiarvi le uve; detto più propriamente Culla. –
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 259: La perfetta ammostatura dell'uve dunque è l'operazione forse più interessante nella manifattura del vino; e perchè tale non può ottenersi ammostandole nelle bigonce, e nelle tina, io proposi.... una specie di cola.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 236: Culla o cola per ammaccar le uve prima di introdurle nelle tina.
Definiz: § II. Dicesi pure una Specie di sacchetto di tela, fatto a foggia di cono, che serve per colare il vino già premuto dalle uve, e che chiamasi anche Calza.