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1) Dizion. 5° Ed. .
MORTADELLA
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MORTADELLA.
Definiz: Sost. femm. Sorta di salume preparato diversamente secondo i tempi e i luoghi; ma oggi s'intende Un insaccato di carne più che altro di maiale condita con spezie, finocchio, o altri ingredienti, di forma rotondeggiante e piuttosto voluminoso. E si vende anche cotta.
Probabilmente da mortaio, a cagione del pestare;
Definiz: e anticamente si disse anche Mortadello. –
Esempio: Francesch. Cical. III, 2, 38: Tutti gl'intingoli, frastingoli, guazzetti..., mortadelle..., pappardelle, polpette..., gelatine..., pastelli..., pasticci..., maccheroni..., frittelle, ec.
Esempio: Galil. Op. Cart. Div. XVI, 412: Quanto alle mortadelle, restarà che mi dica quante ne vole, e quando e dove vole che io le invii.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 78: Mangiar sempre volendo a crepapelle, S'empì di cresentine e mortadelle.
Esempio: Legg. Band. C. 19, 254: E qual si sia persona che in Firenze vorrà salare, o far salare, e tenere per servizio ed uso del suo negozio e bottega, salsicciotti e mortadelle, prosciutti e altri salami di carne porcina d'ogni sorte, deva al solito andare a fargli bollare, subito che gli averà fatti e salati a detti appaltatori.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 11, 74: Con una scure in quattro il cranio spacca, E per lo squarto la lingua gli svelle, Che battuta riduce in mortadelle.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 30, 87: Ma mentre che si beve, e si divora Saporito prosciutto e mortadella, ec.
Esempio: Nell. Iac. Alliev. 2, 1: Io posso portar de' confetti e della mortadella.