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FISCHIO e volgarmente anche FISTIO.
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FISCHIO e volgarmente anche FISTIO.
Definiz: Sost. masc. L'atto e L'effetto del fischiare; Suono che si manda fuori fischiando, sia con la bocca naturalmente, sia con strumento o arnese da ciò. –
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 196: Essi (i galeotti) seggono sempre in catena; ed il loro operare è tutto dependente da un cenno solo che è dato loro da un fischio, che è d'un linguaggio sì barbaro che è veramente da condannati. Ha quel fischio una frase, che vuol dir voga forte, e con un tal grado di forza; ànne un'altra il medesimo, che vuol dir vogar piano, ec.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 469: Fi fi fi fi fi fi, squi squi squi squi. Imitato il suono del fischio, siccome imitò il suono dell'usignuolo Aristofane,... e quello delle rane.
Definiz: § I. Per Segno, o Cenno, fatto fischiando. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 11, 165: Poi che 'l fischio non val, col grido chiede Ch'abbassi l'artimon l'altere corna, Che con vela minor si prenda il vento.
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 197: Ogni attrazzo del legno egli ha il suo fischio per nome; e 'l suo modo d'adoperarlo ha il suo fischio similmente; al quale, dato il suono dal comito, deve l'infelice turba esser presta ad eseguire il comando.
Esempio: Pindem. Poes. 46: Qual noi veggiam da gli aurei palchi a un fischio, Tale anche muta quella scena, ed ove Città sedea, frondeggian selve.
Definiz: § II. E per Segno di disapprovazione e di scherno, fatto fischiando e rumoreggiando, specialmente in luogo pubblico, e in particolare ne' teatri. –
Esempio: Pindem. Poes. 363: Ma che? Montaro su le scene appena, Che ciascun, qual se udisse un'improvvisa, Che dentro il chiama, irresistibil voce, Cede il suo loco, e subito dispare. L'un co' fischi sen va, l'altro co' plausi, Chi pria, chi dopo, in breve tutti (qui in locuz. figur.).
Definiz: § III. Per Imitazione, fatta con apposito strumento, del canto degli uccelli, a fine di allettarli e farli calare. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 284: O sciagurat'a me, che ben fu' giunto Al dolce canto, come 'l tordo al fischio!
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 243: Non basta a quest'arte il fischio solo: Ma nella capannetta li schiamazzi E tra' vergelli qualche allettaiuolo Fanno calar li tordi come pazzi.
Esempio: Grazz. Rim. V. 232: Non già la frasconaia Bella e ben posta, il fischio e gli schiamazzi Fanno calare i tordi come pazzi; Ma il vostro volto, ec.
Esempio: Vai Rim. 8: L'empia, che mi strazia, Non sol m'ha, per sua grazia, Levato dalla testa uccelli e vischio, Ma privo davvantaggio hammi in credenza Del corso usato e dell'usato fischio.
Definiz: § IV. E in locuz. figur. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 2: A ogni ora va a rischio D'aver la morte, se per sua sciagura Non risponde il zimbel secondo al fischio.
Esempio: Nell. Iac. Alliev. 2, 8: E voi, signor Filodoto, siete stato tanto buono di calare al fischio, e creder subito una tal fandonia?
Definiz: § V. Prendesi anche per Strumento o Arnese col quale si fischia. –
Esempio: Dant. Parad. 25: Sì come, per cessar fatica o rischio, Gli remi, pria nell'acqua ripercossi, Tutti si posano al sonar d'un fischio.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 556: Introduce qui una similitudine de' galeotti, quando il nocchiere suona il fischio, al quale tutti posano i remi.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 227: Le lanute pecore l'accompagnano (Polifemo);... e lo fischio li pende dal collo (il lat. ha fistula).
Esempio: Grazz. Pros. 156: Il quale, tosto che lo Scheggia vide comparito, fece cenno con un fischio sordo, dimanierachè coloro appoco appoco rizzato quel bastone, ec.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 248: L'uccellatore sia pratico del fischio; sebbene in Ispagna ne stette uno all'Inquisizione, accusato che faceva con quello calare i tordi per arte magica.
Esempio: Ross. B. Appar. Med. 59: Stava colui che comandava il navilio nel mezzo d'esso, appoggiato all'albero, con un suo fischio appiccato con una corda di seta al collo; e fischiando ammaestrava la ciurma.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 2, 14, 278: Sì come i flauti e fischj per loro non hanno suono, ma esser variamente disposti per ricever diversi suoni.
Esempio: Red. Poes. 145: Già la civetta preparata e il fischio Amore aveva, ed il turcasso pieno Di verghe infette e di tenace vischio, ec.
Esempio: Bellin. Bucch. 165: E fistj da terzuoli e da rondoni.
Esempio: Pindem. Poes. 498: Ecco fischj, vergei, reti e lacciuoli.
Esempio: Panant. Civett. 12: Denno i tenditor, se non son broccoli, Risplender cinti di fischj e di chioccoli.
Definiz: § VI. E per Quel suono più o meno acuto che mandano fuori alcuni uccelli; ed anche altri animali, e in particolare il serpente. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 17: Io fo cadere al tigre la sua rabbia, Al lione il fier rughio, al drago il fischio.
Esempio: Car. Eneid. 2, 357: Giunti a la riva [i due serpenti], con fieri occhi accesi Di vivo foco e d'atro sangue aspersi, Vibràr le lingue, e gittar fischj orribili.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 537: Con il suo fischio mette [il basilisco] in fuga tutte l'altre serpi.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 25: Porta il Soldan su l'elmo orrido e grande Serpe.... Par che tre lingue vibri, e che fuor mande Livida spuma, e che 'l suo fischio s'oda.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 45: E v'era più d'un verso imitativo, Che dell'aspide par fischio effettivo.
Definiz: § VII. E per similit., Quell'acuto rumore che produce cosa, la quale, o agitandosi o vibrata o lanciata, fenda più o meno violentemente l'aria. –
Esempio: Car. Eneid. 5, 627: Cadean le pugna a nembi, e ver le tempie Miravan la più parte, e s'eran vote, Rombi facean per l'aria e fischj e vento.
Esempio: Tass. Gerus. 15, 52: Ma pur sì fero esercito e sì grosso Non vien che lor respinga o lor resista, Anzi (miracol novo) in fuga è mosso Da un picciol fischio (dell'aurea verga d'Ubaldo) e da una breve vista.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 426: Che dirò di Castello? i cui cipressi Ogni più fresca Naiade trascorre Alternando co' fischj delle fronde I suoi non men dolcissimi sussurri? (Male la stampa: altercando.)
Esempio: Galil. Op. astronom. 4, 321: Che la frombola poi co' suoi fischj e scoppj sia argomento di aria condensata nella sua agitazione, la lascerò esser quel che piace a voi.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 129: Forse si udì un latrato di riprensione da vergognarla? molto meno un fischio di verga per batterla, come fuggitiva, rea, sviata?
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 514: I compagni de' sacerdoti osservando quei che, feriti, eran costretti d'abbandonar la battaglia, correvano a sovvenirli tra i fischj delle palle nemiche.
Definiz: § VIII. E altresì per similit., dicesi per Rumore confuso, Ronzio, che si senta nel capo, e più, propriamente negli orecchi, per qualche indisposizione o grave turbamento. –
Esempio: Tass. Lett. 2, 480: Ho udito strepiti spaventosi; e spesso ne gli orecchi ho sentito fischj, titinni, campanelle, ec.
Definiz: § IX. Un fischio, in locuzioni negative, come Non valere un fischio, Non stimare un fischio, Non importarne ad alcuno un fischio, e simili, ha forza avverbiale, e vale Nulla, Nient'affatto. È modo dispregiativo e plebeo.
Definiz: § X. E posto appresso a proposizioni, sia affermative, sia interrogative od esortative, delle quali talvolta si ripete alcuna parola o frase, ha eziandio forza di denegazione brusca e violenta. Ma è pure modo plebeo. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 120: Ah dottor mio, che scosse! ohimè che pene, Che stiramenti per la vita io provo! – Bene! Si dorme? – Ah poco o nulla! – Bene! – Bene un fischio! credeva di morire. – La non s'inquieti: è un modo mio di dire.