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1) Dizion. 5° Ed. .
LAPISLAZZULI, che anche scrivesi disgiuntamente LAPIS LAZZULI, e talvolta anche LAPISLAZZULO
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LAPISLAZZULI, che anche scrivesi disgiuntamente LAPIS LAZZULI, e talvolta anche LAPISLAZZULO.
Definiz: Sost. masc. Pietra preziosa di colore azzurro, sparsa per lo più di vene d'oro. Con essa si fa l'Azzurro oltramarino, detto anche Oltremare.
Dal lat. barbaro lapislazulus, voce composta dal lat. lapis e dall'arabo lâzuward, che è il persiano lâgiuward, nome proprio di questa pietra. –
Esempio: Cellin. Vit. 93: Questo era una figura, come io ho detto, cesellata di piastra; aveva il cielo addosso, fatto una palla di cristallo, intagliato in essa il suo zodiaco, con un campo di lapislazzuli.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 1374: Di colore di cenere sono la terra eretria seconda, e parimente la melia; e di ceruleo il saffiro, il ciano, la turchina, e la pietra cerulea chiamata volgarmente lapislazzuli.
Esempio: Baldin. Vit. Bern. 57: Fece egli ancora il pavimento di marmo mistio del porticale di S. Piero, e 'l ciborio di metallo e lapislazzuli per la cappella del Sacramento.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 2, 145: Chi dice mongibello e lapislazzulo viene a dire monte monte, e pietra pietra, aggiungendo alla prima voce la seconda araba, che vale lo stesso della prima.
Esempio: Targ. Viagg. 3, 151: Pezzuoli della pietra del Monte, di color rosso con venature ed incrostature foliacee di materia simile al tartaro, ma verde quanto la malachita e lustrante nella superficie, ed in alcuni luoghi azzurra quanto il lapislazzuli.