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1) Dizion. 5° Ed. .
DOPPIARE.
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DOPPIARE.
Definiz: Att. Far doppio, Addoppiare, Raddoppiare; anche figuratam. Voce propria del linguaggio poetico. ‒
Esempio: Dant. Inf. 14: La rena s'accendea, com'esca Sotto focile, a doppiar lo dolore.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 379: A doppiar lo dolore; acciò che quelle anime avessono doppio dolore della arsione di sopra e dell'arsione di sotto.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 149: Ivi ingrassa la capra, e doppia il parto, Ivi l'api hanno il mel, le querce ghiande.
Esempio: E Alam. L. Colt. 1, 993: Mostrar le vacche, E mostrar la ragion che d'anno in anno Han doppiato più volte i figli e 'l latte.
Esempio: Manfred. Rim. 32: Ma voi,... Ninfe,... Su co i pastori Doppiate i cori Al verde prato intorno Per far carole.
Esempio: Mont. Poes. 2, 370: Vendi l'anima al lucro, e merca e fruga Ogni angolo.... Doppia il censo. Il doppiai tre, quattro e dieci Volte.
Definiz: § I. E in senso indeterminato, per Accrescere d'assai; ed altresì Aumentare d'intensità. ‒
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 185: Però non val che più sproni mie fuga, Doppiando 'l corso alla beltà nemica.
Esempio: E Buonarr. M. V. Rim. G. 206: E 'l nuovo artista, all'opre affaticato, Coll'uso e col sudor doppia sua lena.
Esempio: Tass. Rim. 1, 121: Vaghe colombe, che giungendo i rostri, Senza numero alcun doppiate i baci,... Miri la donna mia gli affetti vostri.
Esempio: Mont. Poes. App. 91: Ed un sospir profondo Trasse dal cor la donna,... I singhiozzi doppiando ed i lamenti.
Definiz: § II. E per semplicemente Aggiungere. ‒
Esempio: Menz. Lett. 113: Non starò a doppiar cordoglio a cordoglio.
Definiz: § III. E per Ripetere, Reiterare; riferito più specialmente a colpi, percosse, e simili; usato anche figuratam. ‒
Esempio: Tass. Gerus. 9, 84: Senso aver parve, e fu dell'uom più umano Il ferro, che si volse, e piatto scese: Ma che pro? se doppiando il colpo fero Di punta colse ove egli errò primiero?
Esempio: E Tass. Gerus. 11, 40: E ben cadeva [il muro] alle percosse orrende, Che doppia in lui l'espugnator montone.
Esempio: E Tass. Gerus. 18, 36: Ei non teme, Ma doppia i colpi alla difesa pianta, Che pur, come animata, a i colpi geme.
Definiz: § IV. Neutr. pass. doppiarsi e anche in forma di Neutr. Farsi doppio, Divenir doppio, Raddoppiare: e indeterminatamente, Farsi maggiore, Aumentare, Crescere. ‒
Esempio: Dant. Parad. 28: Lo incendio lor seguiva ogni scintilla; Ed eran tante, che il numero loro Più che il doppiar degli scacchi s'immilla.
Esempio: Petr. Rim. 1, 211: Giunto m'ha Amor fra belle e crude braccia, Che m'ancidono a torto; e s'io mi doglio, Doppia 'l martir.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 746: Ed eran tante; cioè le dette faville, Che 'l numero loro; cioè delle dette faville, Più che 'l doppiar delli scacchi s'immilla, cioè cresce in più migliaia che non cresce lo numero de lo scacchieri, ponendo per ogni luogo di scacco uno numero duplicato per rispetto delle predette, cioè del precedente.
Esempio: Alam. L. Gir. 2, 116: E come in cor gentil doppia il talento Di ben far sempre, se innalzar più s'ode ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 11, 27: Ei rimase appieno soddisfatto, E in me doppiossi l'affanno e il rossore.
Definiz: § V. E figuratam. ‒
Esempio: Menz. Poes. 2, 327: Oh qual s'aperse lagrimosa scena, Allor che i pargoletti e pane e latte Chiesero in vano, e si doppiò lor pena!
Definiz: § VI. Doppiare dicono i pastori per Dare ad un agnello due madri, quando la sua propria non abbia latte sufficiente ad allevarlo. ‒
Esempio: Lastr. Agric. 3, 82: In tempo delle figliature poi bisogna che il pastore usi la maggior diligenza, perchè le respettive madri riprendano e diano mattina e sera almeno il latte a' lor parti, e per doppiare occorrendo, cioè dare ad un parto due madri, quando non s'abbia grand'abbondanza di erba, e si veda qualche madre incapace d'allevar sola il suo parto.
Esempio: E Lastr. Agric. 3, 86: Far rinvenire e poppare a ciascun parto la respettiva madre, doppiare nella guisa che si è detto delle pecore, e nel giorno tener pulita la mandria.