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EBBREZZA, ed anche EBREZZA, e trovasi talora EBRIEZZA.
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EBBREZZA, ed anche EBREZZA, e trovasi talora EBRIEZZA.
Definiz: Sost. femm. Stato, Condizione, di ebbro, Offuscamento dell'intelletto cagionato da abuso di vino o di liquori: ed altresì Tendenza abituale ad ubriacarsi. Comunemente Ubriachezza. ‒
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 83: E perciò dèi osservare lo detto di Cassiodoro, lo qual disse: anzi si lamenti di te la sete, che l'ebbrezza ti disdegni.
Esempio: Senec. Pist. 227: Zenone il savissimo... ci volle confortare, che noi ci guardassimo da ebrezza.
Esempio: E Senec. Pist. 229: Ebrezza non fa i vizj, ma ella gli mette innanzi e piuvicagli.
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 79: Ove regna l'ebbrezza, niuna cosa è segreta.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 64: L'ebrezza fu raddoppiata per la lussuria.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 2, 428: L'ebbrezza toglie la memoria, dissipa il senso, confonde lo intelletto.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 191: E tanto di fidanza nella costui ebbrezza prese, che ec.
Esempio: Tass. Lett. 1, 277: Gli antichi greci legislatori e i filosofi che formarono le republiche, ricevono l'ebriezza in alcune occasioni come giovevole.
Esempio: Buonarr. Sat. 2, 228: Diletto e grato a chi ha buon gusto è 'l vino, Ma ne conduce a vaneggiar d'ebbrezza.
Esempio: Rondin. F. Relaz. 12: In quei giorni [di Carnovale]... la crapula, l'ebrezza, la dissoluzione trionfa e sgavazza.
Definiz: § Figuratam. usasi per Grande commozione e quasi alienazione d'animo cagionata da forte piacere. ‒
Esempio: Fr. Iac. Tod. 793: Ebriezza ben d'amore Como potè mai soffrire?
Esempio: Dant. Parad. 27: Ciò ch'io vedeva mi pareva un riso Dell'universo; perchè mia ebbrezza Entrava per l'udire e per lo viso.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 203: E per adempiere lo desiderio suo andava in tanta fretta, che bene mostrava l'ebbrezza dello spirito suo.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 711: Mia ebriezza, cioè la cagione del mio escimento di me.
Esempio: Pindem. Poes. 19: Voluttà che dal procace aspetto, Dal sen nudo, e dagli occhi ebbrezza spira.
Esempio: E Pindem. Poes. 31: So i misteri d'un ballo, e delle cene La non vulgare ed erudita ebbrezza.