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1) Dizion. 5° Ed. .
MESTIZIA
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MESTIZIA.
Definiz: Sost. femm. L'esser mesto, Stato di chi è mesto; Tristezza, Mala contentezza, che per lo più si manifesta nel volto.
Dal lat. moestitia. –
Esempio: Fr. Gid. Espos. Vang. volg.: Erano tutti col cuore pieno di mestizia dolorosa.
Esempio: Guicc. Stor. 4, 140: Era.... miserabile l'aspetto degli uomini, ridotti in somma mestizia e spavento.
Esempio: Cellin. Vit. 112: E più volte mi riprese, quasi sgridandomi della gran mestizia che io portavo di questo mio fratello.
Esempio: Tass. Lett. 2, 61: E 'l timor di continua prigionia molto accresce la mia mestizia.
Esempio: Don. Comp. Music. 54: E la terza (sorte di musica) systaltica, la quale è operatrice della mestizia, timore, languidezza, e simili affetti femminili.
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 371: Un tal gaudio ha virtù di chiuder l'entrata ad ogni mestizia, che ec.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 8: Non sempre La mestizia, il silenzio, È segno di viltade.
Esempio: Giust. Vers. 72: Chi sei...? Un lieto sogno della mente? O sei Misterïoso spirito gentile Che ti compiangi degli affanni miei? Nella mestizia più benigno sorge, E tesori di gioie a me rivela.
Definiz: § E figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 4: Isabella sono io, che figlia fui Del Re mal fortunato di Gallizia: Ben dissi fui; ch'or non son più di lui, Ma di dolor, d'affanno e di mestizia.
Esempio: Guicc. Stor. 3, 379: La mestizia dei quali pensieri accrebbe, che alla venuta sua la peste, cominciata in Roma,... fece per tutto l'autunno gravissimo danno.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 49: Così vien sospiroso, e così porta Basse le ciglia, e di mestizia piene.
Esempio: Bald. Vit. Guidob. 2, 242: Le mura poi della chiesa erano tutte apparate di nero, e di panni simili coperto il pavimento, ed il tutto disposto in guisa, che nè l'ornamento diminuiva la mestizia funerale, nè questa offendeva punto la grazia dell'ornamento.