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1) Dizion. 5° Ed. .
INCUBO.
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INCUBO.
Definiz: Sost. masc. Spirito maligno, il quale secondo la superstizione antica prendeva forma d'uomo e comprimeva le donne; e il suo contrario è Succubo.
Dal lat. incubus. –
Esempio: Libr. Op. div. Andr. 148: Io sono di quelli pagani che adorano nel diserto per iddii, e inganniamoli per varj errori, e chiamano fauni, satiri e incubi.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 263: E chiamano alcuni questo sogno demonio, ovvero incubo, dicendo ch'è uno animale a modo d'uno satiro, o come un gatto mammone, che va la notte e fa questa molestia alle genti.
Esempio: Tass. Dial. 1, 250: Dubito ancora.... se vero sia quel che non solo da' poeti si dice de' satiri e de' silvani, ma da' teologi ancora de gli incubi e de gli succubi.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 4, 605: Non assalta nè ferisce, ma soffoca e intirizzisce; come l'incubo che si accoscia sul petto del dormiente, ec.
Definiz: § I. Si usò come aggiunto di Demonj incubi o Spiriti incubi. –
Esempio: S. Ag. C. D. 6, 93: Li iddii silvani e fauni, li quali il vulgo chiama demonj incubi, sono stati alle femmine molto importuni.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 2, 125: Onde li mali chierici sono come demonj incubi, li quali sono spiriti rei, importuni alle femmine, prendendo alcun corpo fetente, come Dio permette.
Definiz: § II. Figuratam., dicesi Una certa oppressione di respiro, che alcuno soffre durante il sonno. –
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 218: Quindi nascono (dal male isterico o uterino) e la tensione di tutto il ventricolo,... i flati, i vapori, le debolezze, i deliquj, le fasce imaginarie, le vertigini titubanti, gl'incubi, le tristezze, le lacrime, ec.