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1) Dizion. 5° Ed. .
LABARO.
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Dizion. 5 ° Ed.
LABARO.
Definiz: Sost. masc. Propriamente Vessillo militare usato specialmente da' popoli barbari, formato di un'asta attraversata in cima da un legno da cui pendeva un panno prezioso; ma intendesi comunemente di Quel vessillo in cui era rappresentata la croce sormontata da una corona col monogramma di Gesù Cristo, e che Costantino il Grande portava in battaglia, dopochè ebbe veduto in aria la croce col motto: In hoc signo vinces.
Dal lat. labarum, e questo dal grec. λάβαρον. –
Esempio: Vasar. Appar. M. 552: Nell'angolo del frontespizio si vedeva per principale impresa di questo arco l'antico labaro con la croce e col motto In hoc vinces, a Costantin mandato.
Esempio: Dav. Tac. P. 69: L'aquile, il labaro, l'immagini e l'altre insegne stavano nel campo in un tabernacolo, o (come noi diremmo) cappella, e questi erano gl'iddii dell'esercito che quivi s'adoravano.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 96: Quadriga trionfale con M. Aurelio e Commodo, guidata da un soldato con labaro, e vittoria che vola sopra con trofeo.
Esempio: E Buonarr. F. Medagl. ant. 263: Fra l'insegne militari vedesi.... un vessillo o labaro, che era un velo attaccato a traverso e pendente da un'asta, che fu proprio delle coorti ed ancora comune alla cavalleria.
Definiz: § In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Segner. Incred. 282: Venir lui (Pietro) alla città, reina del mondo, per renderla a sè ubbidiente: per piantar su quell'inclito Campidoglio un labaro trionfale, non più là apparso.
Esempio: E Segner. Paneg. 678: Questo [santuario] invitò un imperador Carlo Quinto a condur sul Piceno pellegrinanti l'aquile auguste ed i labari trionfali.