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1) Dizion. 5° Ed. .
DOLCEMELE, e talora anche DOLZEMELE.
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DOLCEMELE, e talora anche DOLZEMELE.
Definiz: Sost. masc. Nome che ebbe uno Strumento musicale di legno concavo, fornito di corde di metallo, il quale sonavasi con due verghe, o con due plettri parimente di metallo.
Sembra che sia voce formata dal lat. dulce, e dal grec. μέλος, Canto, poichè fu tale strumento chiamato anche dolce melo. Spagn. dulcémele, ingl. dulcimer, franc. dulcimer. –
Esempio: Varch. Ercol. 351: Il medesimo fiato e la medesima forza ricerca sonare un corno, che il sonare una cornetta, ma non già la medesima industria e maestria; e tanto mena le braccia colui che suona il dolcemele o il dabbudà, quanto colui che suona li organi: e insomma l'arte è quella che dà la perfezione delle cose.
Esempio: Salv. Infarin. sec. 279: In breve, in tutta questa risposta ballano [gli Accademici], e balleranno secondo 'l suono; più volentieri in su l'arpe e 'n su 'l dolcemele, che sopra 'l tamburo e sopra la tromba (qui in locuz. figur.).
Esempio: Buonarr. Aion. 1, 21: E cetere e liuti e pifferoni Furonvi, e violini e dolzemeli.