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COMMISTIONE.
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COMMISTIONE.
Definiz: Sost. femm. L'atto e L'effetto del mescolare o del mescolarsi insieme.
Dal lat. commixtio. –
Esempio: Libr. Segr. Cos. Donn. 1: La loro complessione [del maschio e de la femmina] temperoe con alcuna commistione.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 546: Alcune degli arbori e dell'altre piante si generano piantate, alcune per seme, e alcune per commistione degli elementi e virtù celestiale.
Esempio: Segn. B. Tratt. Anim. 23: Essendo tutti li corpi misti d'elementi contrarj, posto che tal proporzione di commistione in ciaschedun corpo sia armonia, e per conseguente sia anima, secondo loro, avverrebbe perciò che in ciaschedun corpo fosse anima.
Esempio: Varch. Quest. Alchim. 31: E poi di lor due si generano diversi metalli, secondo la diversa commistione o mescolanza loro.
Esempio: Cellin. Pros. Oref. 137: Al nostro proposito poco importa, se la loro creazione [de' marmi] si faccia di terra grossa untuosa congiunta colla commistione dell'acqua.
Esempio: Speron. Op. 4, 205: Quanto alla prima [cosa], che la mistione degli eptasillabi con gli endecasillabi sia verso più alto e più tragico,... leggi Dante nel capo quinto del libro secondo; e prima de le laudi dello endecasillabo, poi nel fine della carta leggi della commistione.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Machiav. Disc. 193: Licurgo, fondatore della Repubblica spartana, considerando nessuna cosa potere più facilmente risolvere le sue leggi, che la commistione di nuovi abitatori, fece ogni cosa perchè forestieri non avessino a conversarvi.
Definiz: § II. Pur figuratam., riferito a Stato o Nazione, vale Unione e contemperamento de' varj ordini della cittadinanza, che hanno parte nel governo di esso. –
Esempio: Giannott. Op. 1, 163: Non era adunque quella Repubblica [la romana] bene temperata; e quello che ne discorre Polibio, era segno di mala commistione: perchè, s'ella fusse stata prudentemente ordinata, chi avesse avuto a travagliare co' consoli, o col senato, o col popolo,... con ciascuna di queste parti avrebbe veduto temperata la virtù dell'altra.
Definiz: § III. Commistione de' cibi, dicesi nel linguaggio ecclesiastico Il mescolare, ne' giorni e tempi di divieto, cibi magri con cibi grassi.