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1) Dizion. 5° Ed. .
OH, e, come un tempo pur si scriveva, O.
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Dizion. 4 ° Ed.
OH, e, come un tempo pur si scriveva, O.
Definiz: Interiezione od Esclamazione, che serve ad esprimere diversi affetti e movimenti dell'animo, e che talora, per maggiore efficacia, si ripete due o più volte.
Lat. o ed oh.
Definiz: § I. In segno di gioia, contentezza, ed anche di sodisfazione, approvazione, e simili. ‒
Esempio: Dant. Parad. 27: O gioia! o ineffabile allegrezza! O vita intera d'amore e di pace! O, senza brama, sicura ricchezza!
Esempio: Gell. Err. 5, 3: Noi abbiam fatto nozze dappoi che tu ti partisti. F. E che nozze? M. F. Cammillo nostro, che ha tolto la Lucrezia. F. O, i' l'ho caro, io doverrò ec.
Esempio: E Gell. Capr. Bott. 13: Oh come hai tu ben detto (non sapendo come) che sei mezzo fuori di te.
Esempio: Crusc. Vocab. I: O.... Vuo' tu far questa cosa? O s'i' la vo' fare!
Esempio: Fag. Comm. 5, 260: Mettiti la parrucca per bene adesso: o, così.
Esempio: Guast. Scritt. Art. 123: Oh come in trattare di così nobili soggetti l'animo dell'oratore si riconforta!
Definiz: § II. In senno del raccogliere su ciò che stiamo per dire la nostra riflessione o memoria, o l'altrui attenzione. ‒
Esempio: Dant. Purg. 5: Ed io a lui: Qual forza, o qual ventura Ti traviò si fuor di Campaldino, Che non si seppe mai tua sepoltura? Oh, rispos'egli, appiè del Casentino Traversa un'acqua che ec.
Esempio: E Dant. Purg. 8: Se novella vera Di Valdimagra o di parte vicina Sai, dilla a me.... O, dissi lui, per li vostri paesi Giammai non fui; ma ec.
Esempio: E Dant. Purg. 11: O, dissi lui, non se' tu Oderisi, L'onor d'Agubbio?
Esempio: E Dant. Purg. 13: Un'altra (voce): I' sono Oreste, Passò gridando.... O, diss'io, Padre, che voci son queste?
Esempio: Leopard. Epist. 1, 65: O qui sì che le raccomando di tenersi bene i fianchi, se non vuol fare la morte di Margutte!
Definiz: § III. In segno di ironia, beffa, burla, e simili. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 7, 131: Aprite, per Dio, chè io muoio di freddo. La donna disse: O sì, che io so, che tu se' uno assiderato.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 51: Gridando dicevano:... oh, oh, la testuggine vola! dalle la baia.
Esempio: Gell. Err. 3, 1: O, ve' bella cosa che ha trovato questo vecchio.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 57: Tra l'ombre il lupo v'inciampò (in una tagliuola) Col piè superbo, e preso vi restò. Allora, oh! tosto smesse Ogni caricatura, E ec.
Definiz: § IV. In segno di ammirazione, riverenza, e simili. ‒
Esempio: Dant. Parad. 12: O padre suo veramente Felice! O madre sua veramente Giovanna, Se interpretata val come si dice!
Esempio: E Dant. Parad. 33: O luce eterna, che sola in te sidi, Sola t'intendi, e, da te intelletta Ed intendente te, ami ed arridi!
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 226: O Giovanni Battista, o serafino in carne umana, chi fu mai in questo mondo così ec.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 173: O felici anime, alle quali in un medesimo dì addivenne il fervente amore e la mortal vita terminare!
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 177: O liberalità di Natan, quanto se' tu maravigliosa!
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 22: Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!
Esempio: Manz. Poes. 945: Oh giornate del nostro riscatto!
Esempio: Card. Poes. 495: Oh bella a' suoi be' di Rocca Paolina Co' baluardi lunghi e i sproni a sghembo!
Definiz: § V. In segno di maraviglia, stupore, sorpresa, e simili. ‒
Esempio: Dant. Inf. 34: O quanto parve a me gran meraviglia, Quando vidi tre facce alla sua testa!
Esempio: E Dant. Purg. 2: O ombre vane, fuor che nell'aspetto! Tre volte dietro a lei le mani avvinsi, E tante mi tornai con esse al petto.
Esempio: E Dant. Parad. 16: O quali vidi quei che son disfatti Per lor superbia!
Esempio: Scarp. Serm. S. Ag. 91: O che grande cosa è questa, che l'orazione si faccia in terra, e parli in cielo!
Esempio: Sacch. Nov. 1, 236: Dice l'uno: Oh questa è bella carne. Ben di' vero. Quanto la libbra? e comperaronne una pezza. E pesandola il beccaio dice: Gnaffe! i compagni vostri ebbono poco fa il ventre. Dice Benci: Oh chi?
Esempio: Cecch. Mogl. 3, 4: Io non ebbi mai moglie. S. Oh chi è quella Poveretta, che sta là in quella casa?
Esempio: Tass. Gerus. S. 7, 76: Raccoglie (la cavalla) i semi del fecondo vento; E de' tepidi fiati (oh meraviglia!) Cupidamente ella concipe e figlia.
Esempio: Card. Poes. 733: Oh non mai re di Francia al suo levare Tale di salutanti ebbe un drappello!
Definiz: § VI. In segno di ammonizione, comando, rimprovero. ‒
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 161: Dispiaceti di ricevere ingiuria? O, non ne fare ad altri.
Esempio: Dat. Selv. epit. Ded. 7: O, taccian confusi coloro, i quali non conoscono altra fama che la dirivante dalla guerra.
Definiz: § VII. In segno di compassione, pietà, verso alcuno, o per alcuno. ‒
Esempio: Dant. Inf. 32: Oh sovra tutte mal creata plebe, Che stai nel loco onde parlare è duro, Me' foste state qui pecore o zebe.
Esempio: E Dant. Purg. 11: O vanagloria dell'umane posse, Com' poco verde in su la cima dura, Se non è giunta dall'etati grosse!
Esempio: E Dant. Conv. 255: Oh peggio che morti, che l'amistà di costei fuggite!
Esempio: E Dant. Conv. 386: Oh misera, misera patria mia! quanta pietà mi strigne per te, qual volta leggo, qual volta scrivo cosa che a reggimento civile abbia rispetto!
Esempio: Bocc. Decam. 1, 86: O quanti gran Palagi.... rimaser vòti! o quante memorabili schiatte.... si videro senza successor debito rimanere!
Esempio: E Bocc. Fiamm. 82: O misera, perchè disideri tu che Panfilo qui torni?.... tu disideri il tuo danno.
Definiz: § VIII. In segno di dolore, rammarico, disperazione, per qualche cosa che affligge. ‒
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 19: O pietà! come fu' io allora misero e porta' ne dolore nel cuore come padre.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 52: E la Maddalena piangeva.... dicendo: Oh misera peccatrice, oh rimarrò io dietro al Maestro mio?
Esempio: Leggend. Lazz. Mart. Madd. 81: O pietade grandissima! o dolore immensissimo! o angustie irrimediabili!
Esempio: Petr. Rim. F. 311: O giorno, o ora, o ultimo momento, O stelle congiurate a 'mpoverirme!
Esempio: Cas. Rim. 1, 36: Lasso! che 'nvan te chiamo (o sonno) e queste oscure E gelide ombre invan lusingo: o piume D'asprezza colme! o notti acerbe e dure!
Esempio: Segner. Pred. 591: E fia dunque spediente a Gerusalemme che Cristo muoia? O folli consigli! o frenetici consiglieri!
Esempio: Card. Poes. 879: Oh qual caduta di foglie, gelida, Continua, muta, greve, su l'anima!
Definiz: § IX. In segno di indignazione, riprovazione, e simili. ‒
Esempio: Dant. Conv. 279: Ed oh istoltissime e vilissime bestiuole, che a guisa d'uomini pascete, che presumete contro a nostra Fede parlare ec.!
Esempio: Nov. ant. S. 68: O cattivo, disse la feminella, or tu guati in cielo, e non ti sai tenere mente a' piedi.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 19: Oh, tu te la ridi? S. Signor sì.... non posso far di meno.
Definiz: § X. In segno di desiderio, rimpianto, e simili. ‒
Esempio: Petr. Rim. F. 328: O felice quel di che, del terreno Carcere uscendo, lasci rotta e sparta Questa mia grave e frale e mortal gonna!
Esempio: Firenz. Pros. 1, 169: O che belle scorpacciate che io me ne piglierei!
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 8, 60: O felice e beata anima, da che ogn'uomo volentieri ragiona di te, e celebra i gesti tuoi, ed ammira ogni tuo disegno lasciato!
Esempio: Baldin. Vit. Bern. 6: Tanto bastò, e non più, per far sì, che il Bernino tutto ardesse per desiderio di condursi egli a tanto; e.... disse col più vivo del cuore: O fussi pure io quello!
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 552: O fusse qui dell'acqua fresca almeno...; O, lat. utinam.
Esempio: Leopard. Poes. 70: Oh dilettose e care Mentre ignote mi fur l'erinni e il fato, Sembianze agli occhi miei.
Esempio: Manz. Poes. 101: Ma d'altri io sono. A. Oh mai Stata nol fossi! E. Oh mai!
Esempio: E Manz. Poes. 109: Oh Mosa errante! oh tepidi Lavacri d'Aquisgrano! Ove ec.
Esempio: E Manz. Poes. 945: Oh dolente per sempre colui Che da lunge, dal labbro d'altrui, Come un uomo straniero, le udrà!
Esempio: Giust. Vers. 117: O giorni, o placide Sere sfumate In risa, in celie Continuate!
Definiz: § XI. In segno di dispiacere, rincrescimento, e simili. ‒
Esempio: Giust. Vers. 146: Quelli rinculano Goffi e confusi, In lingua povera Dicendo: Oh! scusi.
Definiz: § XII. In segno di imprecazione. ‒
Esempio: Sacch. Nov. 1, 234: Altri villani croj e grossi diceano: Oh nella mal'ora, a che ci viene.... la ciovetta presso all'altare ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 27: O perfido Bireno! o maladetto Giorno, ch'al mondo generata fui!
Esempio: Cecch. Comm. ined. 373: Si lieva subito Di sul telaio, e si va por in ordine Con quelle sue cosellucce, che vagliano Quattro baiocchi appena. G. Oh! col tuo diavolo! Che ciarlavi tu d'oro o muschi?
Definiz: § XIII. In segno di terrore, spavento; od anche di paura, timore, grave apprensione. ‒
Esempio: Dant. Inf. 24: O giustizia di Dio, quant'è severa! Che cotai colpi per vendetta croscia.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 300: Oh in che paura istavamo, e chente cuore era il nostro!
Esempio: Machiav. Comm. 118: Buona sera, messere. N. Oh, eh, eh! L. Non abbiate paura, no' siam noi.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 440: Cosa vuol farne di quell'ordigno, costui? Bel cilizio, bella disciplina da convertito! E se gli salta qualche grillo? Oh che spedizione! oh che spedizione!
Esempio: E Manz. Poes. 347: Ahi! Qual d'essi il sacrilego brando Trasse il primo il fratello a ferire? Oh terror! Del conflitto esecrando La cagione esecranda qual è?
Definiz: § XIV. In segno di sgomento, sconforto. ‒
Esempio: Firenz. Pros. 1, 265: Sonci molte altre misure (del viso), le quali.... noi le lasceremo a' dipintori.... Oimè, oh, voi mi avete fatto sbigottire a raccontare tante misure.... Oimè, oh, di coteste misure io non ne credo avere straccio; sic¬chè io mi posso ire a riporre.
Definiz: § XV. E come semplice grido che ecciti, spaventi, faccia fuggire, e simili. ‒
Esempio: Bocc. Decam. 6, 61: Currado.... fattosi alquanto più a quelle (a certe gru) vicino, gridò: oh oh.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 62: Voi non gridaste oh oh a quella di iersera; chè se così gridato aveste, ella avrebbe ec.
Definiz: § XVI. Ripetuto con più o meno enfasi, dà maggiore intensità al discorso. ‒
Esempio: Manz. Prom. Spos. 652: Ma questo.... fece un passo addietro, alzò un noderoso bastone e voltata la punta, ch'era di ferro, alla vita di Renzo, gridò: "via! via! via!" "Oh oh!" gridò il giovine anche lui; rimise il cappello in testa, e, avendo tutt'altra voglia.... che di metter su lite in quel momento, voltò le spalle a quello stravagante.
Definiz: § XVII. Ripetuto più volte oh oh!, insieme con altre interiezioni esclamative, esprime la voce di chi ride. ‒
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 19: Oh tu te la ridi? S. Signor sì, ah ah ah ah, non posso far di meno, oh, oh ih ih.
Definiz: § XVIII. Si usa anche in forza di Sost. ‒
Esempio: Dant. Purg. 5: Quando s'accorser ch'io non dava loco, Per lo mio corpo, al trapassar de' raggi, Mutar lor canto in un O lungo e roco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 78: Pensò Aquilante, al primo comparire, Che 'l vil Martano il suo fratello fosse.... E con quell'oh, che d'allegrezza dire Si suole, incominciò: ec.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 399: Se venisse Anselmo Di giorno passeggiando in calza intera, Ed una fosse bianca e l'altra rossa, Non correrebbe d'ognintorno un O, O, Un O, O, sì fattamente come un tuono?
Esempio: Buonarr. Lett. 606: Il signor Nori, veggendo la tavola apparecchiata, garrì per gioia, e mettendo un grande O O, e le mani aperte alzando alle spalle, dette che ridere a tutti.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 463: Dopo un "oh!" di tutt'e due le parti, lui s'era fermato, lei aveva fatto fermare, ed era smontata.
Definiz: § XIX. Oh Dio!
V. Dio, § X.
Definiz: § XX. O me!
V. Io, § XXXVII.
Definiz: § XXI. O va'. ‒
V. Andare, § CXI.