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CONDONARE.
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CONDONARE.
Definiz: Att. Rilasciare spontaneamente al debitore, riferito a danari o altra cosa dovutaci, Fargliene come un dono.
Dal lat. condonare. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 193: A uno che te lo rimette (il benefizio) rendegliele, perchè te lo rimette e condona.
Esempio: Instr. Cancell. 3, 114: La porzione attenente al Comune non mai si condoni o rimetta, senza lo stanziamento, o partito, approvato dal magistrato.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 164, 2: L'ultimo de' quali [anni] era del Giubbileo, nel quale.... si dovevano scancellare le partite a' debitori condonandogliele, e dar la libertà a' servi.
Definiz: § I. Riferito a fatti, errori e simili, vale Perdonarli, non facendone più caso. –
Esempio: Car. Arist. Rett. 124: Non condonano facilmente gli errori, che par loro di veder nel compagno.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 28: Ognun condoni all'altro qualunque trascorso, e s'imponga silenzio a tutto.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 39: Condonandosi adunque loro quel che contro alla nostra nazione in materia di lingua fa di loro il proprio interesse.
Definiz: § II. E per Concedere, Consentire, Perdonare e simili. –
Esempio: Tass. Gerus. 16, 49: Barbaro forse non sarà sì crudo, Che ti voglia ferir, per non piagarmi. Condonando il piacer della vendetta A questa, qual si sia, beltà negletta.
Esempio: E Tass. Lett. 1, 188: Si deve anco condonare a la lingua vulgare e a le stanze qualche eccesso d'ornamento.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 175: Condonisi al mio zelo questo improprio, ma vero e giusto rimprovero.
Definiz: § III. E in forma di Neutr., trovasi detto per Usare indulgenza. –
Esempio: Dav. Tac. 2, 28: Agli amici, e liberti buoni senza biasimo condonava; a' contrarj, ancor con sua colpa, chiudeva gli occhi (il testo ha patiens).