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MENOMAMENTO
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MENOMAMENTO.
Definiz: Sost. masc. L'atto e L'effetto del menomare o del menomarsi, Il divenir più piccolo, più scarso, e simili; Scemamento, Diminuzione; anche figuratam. –
Esempio: Senec. Pist.: Per opera e per fermezza di coraggio, e per menomamento di cupidigia.
Esempio: Libr. Amor. B. 78: Perdere sonno è affaticamento delle virtudi, con menomamento di natural forza.
Esempio: Galil. Op. VIII, 75: Or mentre che nella diminuzione de i due solidi si va, sino all'ultimo, mantenendo sempre tra essi la egualità, ben par conveniente il dire che gli altissimi ed ultimi termini di tali menomamenti restino tra di loro eguali.
Definiz: § I. Detto di febbre, vale Il calare, Il declinare. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 275: A coloro che hanno febbre, dopo 'l menomamento si dia con l'acqua fredda a bere.
Definiz: § II. E detto della luna, vale Il decrescere. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 556: La seminatura di tutte l'erbe è buona, quando la luna è in accrescimento, e spesso disutile procederà nel menomamento.
Definiz: § III. Nel linguaggio de' Retori, si usò per Quella figura che consiste nel dir meno di ciò che si deve intendere, detta presso i Latini deminutio. –
Esempio: Giamb. Tull. Rettor. 90: E un'altra sentenzia che s'appella menomamento, la quale ha luogo quando colui che favella loda sè od altra persona, e menoma le lode sue ec.
Esempio: E Giamb. Tull. Rettor. 91: Questo cotale menomamento dee usare il dicitore, quando intende lodare sè o altra persona.