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Dizion. 5° Ed. .
COCCARE.
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COCCARE. Definiz: | Att. Beffare, Uccellare con atti o gesti di scherno; voce oggi poco usata. |
Forse dal modo Far le cocche; anche in spagn. cocar vale lo stesso. – Esempio: | Bard. P. Avinav. 6, 20: Quivi adagiata [la bertuccia] l'una e l'altra chiappa, Cocca 'l fanciullo, e 'l coccoveggia, e scherza. |
Esempio: | E Bard. P. Avinav.8, 42: Scherzan [i bertuccini] fanno il buffone, e van coccando Ognun che passa. | Esempio: | Buonarr. Fier. 1, 5, 8: E come rivoltandosi Indietro ci facevan le castagne, Coccandoci, e le bocche? | Esempio: | E Buonarr. Fier. 3, 2, 5: Ah! ch'io lo 'ntendo; io vo' coccar costui. |
Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 396: Colle mani si fanno altri gesti di beffe, come far le cocche o coccare, battendo una mano aperta sopra l'altra serrata. |
Definiz: | § I. E per semplicemente Dileggiare, Mettere in canzone con parole o scritti. – |
Esempio: | Leopard. G. Cap. piac. 11: Un bel saion di raso Fu messo all'Ariosto in su l'entrare (in Parnaso), Sol perch'egli avea tolto a biasimare (Benedetto sia egli) i cortigiani: State pur cheti, anch'io gli vo' coccare. |
Definiz: | § II. E per Ingannare, Metter di mezzo; e anche per Farla ad uno, Accoccargliela: nel qual senso oggi direbbesi piuttosto Cuccare. – |
Esempio: | Soldan. Sat. 33: Non ha l'Ipocrisia smorfia che vaglia Più con costei [la satira],... lo stringer la bocca, E trarne fuor la voce appiccinita, Il sospirar quand'il prossimo cocca.... Non lo gabella, ch'è troppo scaltrito. |
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