Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
COCCARE.
Apri Voce completa

pag.104


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
COCCARE.
Definiz: Att. Beffare, Uccellare con atti o gesti di scherno; voce oggi poco usata.
Forse dal modo Far le cocche; anche in spagn. cocar vale lo stesso. –
Esempio: Bard. P. Avinav. 6, 20: Quivi adagiata [la bertuccia] l'una e l'altra chiappa, Cocca 'l fanciullo, e 'l coccoveggia, e scherza.
Esempio: E Bard. P. Avinav.8, 42: Scherzan [i bertuccini] fanno il buffone, e van coccando Ognun che passa.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 8: E come rivoltandosi Indietro ci facevan le castagne, Coccandoci, e le bocche?
Esempio: E Buonarr. Fier. 3, 2, 5: Ah! ch'io lo 'ntendo; io vo' coccar costui.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 396: Colle mani si fanno altri gesti di beffe, come far le cocche o coccare, battendo una mano aperta sopra l'altra serrata.
Definiz: § I. E per semplicemente Dileggiare, Mettere in canzone con parole o scritti. –
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 11: Un bel saion di raso Fu messo all'Ariosto in su l'entrare (in Parnaso), Sol perch'egli avea tolto a biasimare (Benedetto sia egli) i cortigiani: State pur cheti, anch'io gli vo' coccare.
Definiz: § II. E per Ingannare, Metter di mezzo; e anche per Farla ad uno, Accoccargliela: nel qual senso oggi direbbesi piuttosto Cuccare. –
Esempio: Soldan. Sat. 33: Non ha l'Ipocrisia smorfia che vaglia Più con costei [la satira],... lo stringer la bocca, E trarne fuor la voce appiccinita, Il sospirar quand'il prossimo cocca.... Non lo gabella, ch'è troppo scaltrito.