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1) Dizion. 5° Ed. .
DISGRADARE.
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DISGRADARE.
Definiz: Att. Togliere di grado, ossia di stima, di credito, e simili; usato più che altro nella maniera comparativa Ch'io ne disgrado chicchessia o checchessia, e vale Al paragone del quale io conto, stimo, meno la persona o la cosa nominata. ‒
Esempio: Car. Apol. 185: Segno chiarissimo che l'avete fatto per calunniarlo e disgradarlo ne l'openione di quelli che credono a la dottrina vostra.
Esempio: Grazz. Comm. 219: Che giudizj pettorali! F. Io ne disgrado l'acqua delle giuggiole.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 238: Rappresentandosi [la stella di Venere] con tanto splendore talora, che io ne disgrado le fastella accese innanzi all'uscio d'un Quarantotto la sera ec.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 3, 12: E fanno un trimpellar, ch'io ne disgrado Santin da Parma e il cieco da Bologna.
Esempio: Soldan. Sat. 105: Chi domin è costui ch'ha sì gran fava? Domand'alcun: io ne disgrado quella Ch'enfiata in lucco rosso si mostrava.
Esempio: Baldov. Lament. 163: Perch'i' n'ebbi dattorno un tal barbaglio, Che inquanto a buchi i' ne disgrado un vaglio.
Esempio: Pindem. Poes. 407: E quelle d'or polente tanto ghiotte, Ch'io tordi ne disgrado e coturnici.