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1) Dizion. 5° Ed. .
DIACCIARE.
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DIACCIARE.
Definiz: Neutr. Rappigliarsi in ghiaccio, Farsi ghiaccio, pel soverchio freddo, Congelarsi; e riferiscesi più propriamente a liquidi. Forma alterata di ghiacciare, comune al popolo e d'uso familiare. –
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 5, 301: Al mare è vietato il condensarsi dal calore, per cagione del quale ancora non diaccia.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 172: In capo a un'ora trovammo che uno di essi (bicchieri d'acqua di mare), che fu il più scemo, avea cominciato a diacciare.
Esempio: Fag. Rim. 3, 227: L'inchiostro mi diacciò nel calamaro, Ho aggranchiata la man, la stufa spenta.
Esempio: Targ. Alimurg. 104: In questi giorni l'Arno diacciò in alcune sue parti.
Definiz: § I. E per Divenir freddo come ghiaccio. –
Esempio: Cellin. Vit. 191: Ma perchè egli era gran freddo, io mi sentivo di sorte diacciare la gamba, che io dissi ec.
Definiz: § II. Diacciare, detto della porta d'una casa, si usò familiarmente in senso di Rimaner chiusa, Chiudersi. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 311: La porta d'Agrippina diacciò subito: non l'andava a consolare, a vedere, fuorchè qualche donna. (Qui figuratam. per Cessare d'esser frequentata. Il testo lat. ha: relictum Agrippinae limen.)
Definiz: § III. In forma di Neutr. pass. diacciarsiRappigliarsi in ghiaccio, Agghiacciarsi, Congelarsi. –
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 67: Quando.... ella (la terra) fusse tutta una vasta solitudine d'arena,... che al tempo del diluvio, diacciandosi l'acque che la coprivano, fusse restata un globo immenso di cristallo,... io la stimerei un corpaccio inutile al mondo.
Definiz: § IV. Att. Far divenir diacciato, Render diacciato, Congelare. –
Esempio: Soldan. Sat. 57: Niuno oggi in Firenze, Eccetto il ciel sereno e Paolsanti, Può diacciar Arno.
Definiz: § V. E figuratam. e scherzevolmente. –
Esempio: Fag. Rim. 5, 229: Quando la Tramontana.... Sopraggiunse con fischi sì veementi, Che le parole gli diacciò fra' denti.
Definiz: § VI. Diacciare, dicesi familiarmente per Uccidere, propriamente al primo colpo.