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Dizion. 5° Ed. .
MENDA
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MENDA. Definiz: | Sost. femm. Imperfezione parziale, Difetto, per lo più di poca gravità; e dicesi particolarmente in lavoro od opera d'arte. |
Dal lat. menda. – Esempio: | Poliz. Lett. 252: M. Augustino Maffei mi mandò la sua qua, scripta in buona carta, perch'io la correggessi dalle mende del librario. | Esempio: | Tass. Rim. 2, 159: Or se tali ha costei In sua beltà le mende, Quai poi saranno i fregi ond'ella splende? |
Definiz: | § I. E figuratam. – | Esempio: | Buonarr. Fier. 3, 4, 9: Il Dispregio.... delle cose umane, Che la Felicità, netta di specchio D'ogni e qualunque menda, ha per suo proprio Di seguir sempre. |
Definiz: | § II. E per estensione, Magagna, Vizio, o simile, che trovisi in checchessia. – |
Esempio: | Buonarr. Fier. 2, 1, 1: Dove (nelle mercanzie) posson trovarsi cento errori, Mende a dozzine, e difetti infiniti. |
Definiz: | § III. E poeticam., per Colpa, Peccato, e simili. – | Esempio: | Ar. Orl. fur. 37, 63: Facendo celebrargli officj e messe, In remission delle passate mende. |
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