Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: dipendente da un'altra preposizione, come Dentro da, Dinanzi da, Dintorno da e simili, si usò in luogo della particella A o Di. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 14: Comandò loro, subito menassono Centurione dinanzi da lui preso.
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 244: Se alcun povero o altro si lamenta dinanzi da lui (al principe) che non possa avere ec.
Esempio: Dant. Inf. 14: Dentro dal monte sta dritto un gran veglio.
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 70: Dentro da te sie tuo, e di fuori sarai tutto d'altrui.
Esempio: S. Ag. C. D. 4, 114: S'io ho trovata grazia dinanzi da te, mostrami te medesimo apertamente ch'io ti veggia.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 1, 82: Altri sono.... che dentro da loro nessuna cosa perversa concepono, della quale essi con silenzio si debbano rifrenare.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 23: Esso [giardino] avea dintorno da sè e per lo mezzo, in assai parti, vie ampissime.
Definiz: § I. Dipendente dalle maniere prepositive Di là da, Di qua da. –
Esempio: Dant. Inf. 26: Tu sentirai di qua da picciol tempo Di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna.
Esempio: E Dant. Purg. 31: O tu che se' di là dal fiume sacro.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 25: Addivenne che, essendo già tardi, di là da Castel Guiglielmo, al valicare d'un fiume, questi tre veggendo l'ora tarda, ed il luogo solitario e chiuso, assalitolo, il rubarono.
Esempio: Bemb. Rim. 72: E se duro destin a ferir viemmi Con più forza talor, di là non passa Da la spoglia, ond'io vo caduco e frale.
Esempio: Camb. G. Ist. 1, 338: Cominciò.... una spaventosa tempesta, e fuori di modo nelle parti di Valdelsa di là da Lucardo.
Definiz: § II. Dipendente da Tale da, Cosiffatto da e simili, espressi o sottintesi, e reggente un Infinito, forma una locuzione equivalente a Che seguito dal Congiuntivo. –
Esempio: Dant. Inf. 32: Non è impresa da pigliare a gabbo Descriver fondo a tutto l'universo.
Esempio: Varch. Boez. 8: Era [una donna].... d'un certo vigore da non dover mai venir meno.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 96: Elle son male Cose, e da capitarci sotto male, E non si fa così.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 263: Non propose Dario, o popoli di Persia troppo lontani e da non temere che venissero di leggieri, ma destò a tempo, ec.
Esempio: Nell. Iac. Forest. 1, 11: L'autorità dell'imbasciatore del Gran Cane al Papa, di ritorno in Tartaria per la Francia, mi fa prova da non poterci replicare.
Definiz: § III. E nella stessa locuzione, dipendente da Tanto da, Così da, In modo tale da e simili, espressi o sottintesi; e talora forma una maniera che vale Col rischio di. –
Esempio: Albert. Piag. Boez. 118: Forti d'animo da non potere esser vinti con tormenti.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 399: Chi sarà quel che dica loro: andatevene, Da trovarsi un pugnal poi nello stomaco?
Definiz: § IV. Congiunto coi pronomi personali Da Me, Te, Se, Loro, Noi ec., forma una locuzione che vale Solo, Senza compagnia, ovvero In persona. –
Esempio: Dant. Purg. 1: Poscia rispose lui: Da me non venni.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 10, 210: Da sè la pia Lucina al tronco venne.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 186: Io non so se io vo da me A cercar di costei, oppur ec.
Definiz: § V. E vale pure Senza l'aiuto, l'opera, il consiglio, il suggerimento, il consenso, il permesso, e simili, d'altri; ed anche Di proprio moto, Spontaneamente, Naturalmente, Di suo; oppure Senza seguire l'opinione, la dottrina, e simili, di altri. –
Esempio: Dant. Parad. 2: Ma dimmi quel che tu da te ne pensi.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 94: Questi peccati io no gli trovo da me; Diomedes lo sa bene, che lo riprese.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 433: E de' denari mi scrivi paghi, se bisognassi, a ogni modo l'arei fatto da me.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 7, 188: Voi non avete aiuto a dimandarne, Ma a prender ben da voi quel che vi pare.
Esempio: Car. Eneid. 2, 247: A cotal pianto Commossi, e da noi fatti anco pietosi, Vita e venia gli diamo.
Esempio: E Car. Lett. fam. 1, 217: Faremmo meglio i fatti nostri da noi, e non manderemmo le cose a rovescio.
Esempio: Segner. Mann. nov. 27, 3: Ci sono molti, i quali si fanno giustizia da sè.
Definiz: § VI. Vale anche Per la propria natura, Per la propria condizione, e simili. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 46: Vedi la pecora che ti veste, che ti dà la lana, chè da te eri ignudo.
Esempio: Dant. Purg. 19: Nepote ho io di là ch'ha nome Alagia, Buona da sè, pur che la nostra casa Non faccia lei per esemplo malvagia.
Esempio: Bart. D. Vit. Borg. 1, 37: Il farebbe libero dalla corte, luogo da sè niente acconcio al bisogno di chi vuol darsi tutto all'anima.
Definiz: § VII. Parlandosi di averi, patrimonio e simili, vale In proprio, Di suo. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 168: L'aver da sè qualcosa oggi fa bene.
Definiz: § VIII. Nei sensi qui sopra notati, volendo dare alla locuzione forza come di superlativo, usasi di ripetere il pronome, sempre retto dalla particella Da, e così fassi Da me da me, Da te da te, Da sè da sè. Gli antichi peraltro usarono di far reggere dalla particella A, in vece di Da, il pronome replicato, dicendo Da sè a sè, Da te a te ec. –
Esempio: Varch. Ercol. 95: Chi nel favellare dice.... quello che il suo avversario.... gli voleva far dire, si chiama infilzarsi da sè da sè.
Esempio: E Varch. Sen. Benef. 182: Io vorrò vedere un poco come tu ti svilupperai da questi lacci ne' quali tu sei entrato da te a te.
Esempio: Ambr. Bern. 2, 7: E lasciare' lo incorrer nella trappola Da sè a sè.
Definiz: § IX. Da me da me, Da te da te, Da sè da sè, coi verbi Pensare da me da me, da te da te, da sè da sè, Parlare da me da me, da te da te, da sè da sè, Brontolare da me da me, da te da te, da sè da sè e simili, vale Fra me e me, Fra te e te ec., Dentro di me, di te, di sè.
Definiz: § X. Spesso fra Da e il pronome personale si frammette, per maggior determinatezza, la particella Per da per me, te, sè. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Molte malattie gueriscono da per sè, senza l'opera del medico.
Esempio: Tav. Rit.: Tu ci anderai da per te, perchè io non voglio venirvi.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 89: E le mura di oro schietto rilucevano in guisa da per loro, che la casa si facea giorno.
Esempio: E Firenz. Pros. 2, 95: E pensa da per te come ec.
Esempio: Cellin. Pros. 36: Avvertisci.... cavargli (gli smalti) a poco a poco del fornello, tanto che sieno freddi da per loro.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 56: E perchè non l'avete.... osservate e viste da per voi con i vostri occhi proprj?
Esempio: Red. Lett. M. 57: Ma, Dottor mio, mi conviene menar le mani, perchè son solo e senza aiuto veruno, e bisogna che io faccia ogni cosa da per me.
Definiz: § XI. Al pronome retto dalla particella Da, aggiungesi spesso per rinforzo l'adiettivo Stesso da me, te, sè stesso, Medesimo da me, te, sè medesimo, Solo da me, te, sè solo. –
Esempio: Dant. Inf. 10: Da me stesso non vegno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 44, 13: Risposto gli avea Amon, che da sè solo Non era per concludere altramente.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 218: Da noi medesimi faremmo ogni cosa meglio.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 363: La virtù contemplata muove da sè stessa ad operare.
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 56: Da per voi medesimo avete casualmente scoperta la fallacia del vostro argomento.
Definiz: § XII. Costruito coll'Infinito e dipendente dai verbi Essere da, Parere da, Avere da e simili, forma una locuzione gerundiva, contenente idea di dovere, necessità, convenienza, opportunità e simili. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 3: L'asino del nostro corpo è da caricare con digiuni.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 57: La gratitudine.... è sommamente da commendare, ed il contrario da biasimare.
Esempio: E Bocc. Decam. 2, 60: Diede ordine a quello che da far fosse.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 365: Conversava con Pericle come ungitore e maestro, per insegnargli la lotta da usarsi nel governo civile.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 39: Ed il Papa, per le cose che di poi successano di guerre e altri garbuglj, ebbe da pensare ad altro.
Esempio: Dat. Lett. 37: Sentirò.... quello a lei parrebbe da fare, perchè molto confido nel suo consiglio.
Esempio: Marchett. Anacr. 13: Amico.... quel sì pulito Tuo lavoro quanto ha da costarmi?
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 304: Egli è piuttosto da pensare che sia infedele questo specchio, che da dire che tante migliaia d'uomini dicano la bugia.