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Dizion. 5° Ed. .
COMANDANTE.
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COMANDANTE. Definiz: | Partic. pres. di Comandare. Che comanda. – | Esempio: | Barber. Docum. Am. 340: Vedi la gente stare Per gradi e per offizj, com'io dissi Quando la vi descrissi Altra fiata, comandante Amore. | Esempio: | Dat. Vegl. 3, 152: A me parrebbe non solo opportuno, ma necessario, che nelle città ben ordinate fosse una legge espressamente comandante ad ogni persona civile, ec. |
Definiz: | § I. E in forma d'Add. – | Esempio: | S. Ag. C. D. 9, 97: Posposto Cristo, il quale s'ha gittato di dietro, comandante, ovvero concedente, quando contra li suoi comandamenti, ovvero concessioni, ha voluto più adempiere la sua libidine. | Esempio: | Segn. B. Polit. volg. 54: Nell'uno debbe esser la virtù assolutamente comandante, e nell'altro la virtù ubbidiente. |
Definiz: | § II. Trovasi anche in forza di Sost. – | Esempio: | Varch. Lez. Verb. 1, 72: Il quale [il modo imperativo] dimostra grande voglia, e grande impero del comandante. | Esempio: | Salvin. Lament. Ger. 31: Ahi, come sola la città si siede, Quella città già sì di popol piena. La popolata, qual vedova è fatta: La comandante, tributaria e serva. |
Definiz: | § III. Term. militare. Pure in forza di Sost., dicesi comunemente Colui che ha il comando d'un esercito, d'un corpo di soldati, d'una fortezza o simili. – |
Esempio: | Montecucc. Op. 1, 209: Concedere ai comandanti delle cittadelle l'independenza dal governatore della città. | Esempio: | Segner. Mann. nov. 14, 3: Il quale è propio non di un principiante, che appena sa menar l'armi, ma di un comandante agguerrito. |
Esempio: | Salvin. Odiss. 239: Allora gli altri De' Danai comandanti e consiglieri Rasciugavan le lagrime. |
Esempio: | Targ. Viagg. 10, 211: D'ordine del sig. Duca di Montemar, comandante generale delle Truppe spagnuole. |
Definiz: | § IV. Atto comandante; Term. usato nelle scuole, nel senso specificato dall'esempio. – | Esempio: | Pallav. Libr. Ben. 297: Elegge (il soldato morente e peccatore).... sì fatto mezzo (di fare cioè un atto di contrizione a fine di salvarsi); muore contrito, e si salva. In questo caso, la volontà d'usar il predetto mezzo chiamasi nelle scuole atto comandante; la contrizione che poi segue, dicesi atto comandato. E spesso avviene (come appunto nell'esempio proposto) che nell'atto comandante amisi con amor d'amicizia un fine, e nell'atto comandato un altro diverso fine. |
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