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AVORIO.
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AVORIO.
Definiz: Sost. masc. Materia dei denti dell'Elefante, ed anche di quelli dell'Ippopotamo e del Narvalo, specialmente quando sono distaccati da questi animali per essere lavorati dagli artefici.
Dal prov. avori e evori, e questo dal lat. ebur. –
Esempio: Bocc. Decam. 8, 72: Facendosi talvolta dare.... quando un pettine d'avorio, e quando una borsa.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 74: La polvere dell'avorio posta sul patereccio lo guarisce, avendo per sua natura l'avorio virtù di ristringere.
Esempio: Manett. Mem. Frum. 130: Gli artefici che vogliono ammollire e lavorare l'avorio, che altro non è che durissimo dente d'elefante, lo sogliono preparare e rammorvidire per mezzo del pane così caldo.
Definiz: § I. Figuratam. dicesi da' poeti Avorio, e anche D'avorio, ogni parte del corpo molto candida, e specialmente i denti. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 170: E le rose vermiglie infra la neve Mover dall'ôra, e discovrir l'avorio.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 239: Candido, leggiadretto e caro guanto, Che copria netto avorio e fresche rose.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 11: Di terso avorio era la fronte lieta.
Esempio: Tass. Gerus. 15, 61: Che lunghissimo [il crine] ingiù cadendo e folto, D'un aureo manto i molli avorj involse.
Esempio: Parin. Poes. 32: Allor ch'esposti Alla sua man sono i ridenti avorj Del bel collo.
Esempio: E Parin. Poes. 160: Se ardirà mai, Ch'io non credo però, l'alato veglio Smover alcun de' prezïosi avorj, Onor de' risi tuoi.
Definiz: § II. Nero d'avorio dicesi una specie di Polvere sottilissima colorante in nero, fatta coll'avorio abbruciato, che viene adoperata da' pittori, orefici, pulitori ec. –
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 98: Messe in uso [Tesiloco] il nero d'avorio abbruciato.