Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ADOCCHIARE, ed anco AOCCHIARE
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ADOCCHIARE, ed anco AOCCHIARE.
Definiz: Att. Affissar l'occhio inverso checchessia, Mirare con occhio attento; e anche semplicemente Guardare. −
Esempio: Dant. Purg. 4: O dolce signor mio, diss'io, adocchia Colui che mostra sè più negligente, Che se pigrizia fosse sua sirocchia.
Esempio: E Dant. Purg. 21: L'anima sua, ch'è tua e mia sirocchia, Venendo su, non potea venir sola, Perocch'al nostro modo non adocchia.
Esempio: Poliz. Rim. 2, 23: Ma chi m'abbi a sè legato, Quella el sa, che 'l mio cor vede: Ecci ben chi d'altra crede, Perchè or questa or quella adocchio.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 319: Egli ti parrà, al volare ch'hai fatto, d'esserti scostato dalla terra mille migliaia; e non è vero. Adocchia. Tu vedi la terra ec.
Definiz: § I. Per Vedere o Scorgere; e dicesi più specialmente di cosa vistosa che dia nell'occhio. −
Esempio: Bern. Orl. 60, 26: Ha tra gli altri adocchiato Cardorano, Ch'è re di Mulga, tutto irto e peloso.
Esempio: Ambr. Cofan. 2, 1: E come io capito Alla Corona, v'aocchiai un giovane Della mia tacca.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 2, 7: Ma 'l saggio fabro, che volea far prova Dell'artifizio suo, uom non lontano Osservare adocchiò d'intorno intorno Questo mondo.
Definiz: § II. Per Discernere, Riconoscere, Ravvisare. −
Esempio: Dant. Inf. 29: Sì vedrai ch'io son l'ombra di Capocchio, Che falsai li metalli con alchimia; E ten dee ricordar, se ben t'adocchio, Com'io fui di natura buona scimia.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. 5, 13: Io era ad ascoltare ancora attento, Quando ei mi pose mente per lo viso, Dove spesso s'adocchia uom mal contento.
Esempio: Ar. Orl. fur. 28, 56: Ben s'adocchiar, ma non ne fer sembiante; Ch'esser notato ognun di lor temette.
Esempio: Ben. B. Rim. 10: Non si trova di me chi meglio adocchi D'ogni bestiame subito i difetti, O la bontà.
Esempio: Buonarr. Tanc. 2, 4: Forse i' potre' aocchiar questo fatto (qui figuratam.).
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 339: Aveva costui un fratello piovano, il quale avendo adocchiato in quel fanciullo un buon genio al disegno, tanto operò con suo padre, che ec.
Definiz: § III. E per Porre l'occhio sopra persona o cosa, con pensiero di farla sua; e anche semplicemente Guardare con intensità e compiacenza. −
Esempio: Cell. Vit. 115: Essendo stato vigilato da un ladro, il quale sott'ombra di dire che era orefice, adocchiando quelle gioie, disegnò rubarmele.
Esempio: Ambr. Cofan. 2, 1: Fui affrontato da Agabito Della Pressa, il qual, per quanto intendere Posso, ha adocchiato questa vedova Degli Agolanti, che l'ha fatta chiedere.
Esempio: Salvin. Odiss. 396: Forestiero, anco adesso darai noia, Di notte rigirandoti per casa? E adocchierai le femmine?
Esempio: Ricc. L. Teofr. Caratt. 1, 101: Ha adocchiato il campetto del suo vicino, e spera che questi, uom dabbene e poco scaltro, sia per cadere, tratto da queste arti, nella rete di cederglielo.
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 5, 320: Nino Della Pelosa che, per esser scelerato e saccardello, adocchiava le sostanze de' ricchi, si mise in sul gridare ec.
Definiz: § IV. E per Occhieggiare, cioè Dare indizio dell'amor suo ad una persona per mezzo di tenere occhiate. −
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 10, 6: Nè v'ha chi scaltro ed amoroso adocchia La donna altrui; chè al villano par bella La propria, e amor per altra nol martella.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 116: Egli ha adocchiata con dolcissime guardature Cecilia.
Definiz: § V. E per Cercare con gli occhi, Speculare. −
Esempio: Alf. Trag. 2, 82: Miste parole io gli vo' dare; intanto N'andrò adocchiando il più opportuno posto, Donde l'empio si assalga.