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1) Dizion. 5° Ed. .
ARFASATTO.
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ARFASATTO.
Definiz: Sost. masc. Dicesi familiarmente d'Uomo dappoco, tra il meschino e il triviale, ed anco d'un volgare raggiratore. –
Esempio: Not. Malm. 260: Questo nome d'Arfasatto viene da Arfaxad della Scrittura sagra, che nel barbaro secolo non essendo dal volgo inteso, fu compreso per Babbaleo.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 414: Qui è detto per isprezzo, come si fa de' nomi stranieri talora. Così Arfasatto da Arphaxad.
Esempio: Cecch. Masch. 2, 1: Perch'io non paia un arfasatto, O qualche moccicon che dorma al fuoco ec.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 2, 203: Che pensi, per vedermi così frusto, Ch'io sia qualche arfasatto?
Esempio: Buonarr. Cical. III, 2, 91: Ha saputo e potuto escludere gli arfasatti e le persone di basso cuore da due cibi sì nobili.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 49: Manda, manda a spiar qualche arfasatto, O un di quei che piscian nel cortile.
Esempio: Magal. Lett. At. 536: Facendo l'ateo a tutta passata, non si vergognò di dar orecchie a un certo arfasatto,.... che pretendeva di ritrovar tesori per via d'ampolla.