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BULICAME
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BULICAME.
Definiz: Sost. masc. Vene d'acqua che scaturiscono bollendo; e questo nome ebbe più specialmente un Lago presso a Viterbo.
Da bulicare. −
Esempio: Dant. Inf. 14: Quale del bulicame esce il ruscello, Che parton poi tra lor le peccatrici, Tal per la rena giù sen giva quello.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 386: Qui fa similitudine da quel fiumicello al bulicame di Viterbo; onde è da sapere che a Viterbo è uno lago, la cui acqua sempre manda su bollori, e però si chiama bulicame, perchè sempre bolle quasi come bollicamento continuo ec.
Esempio: Vill. G. 1, 72: E gli Romani vi mandavano [a Viterbo] gl'infermi per cagione de' bagni che escono del bulicame.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 51: La città di Viterbo fu fatta.... per rispetto degli bagni ch'escon dal bulicame.
Esempio: Targ. Viagg. 3, 401: Si chiamano lagoni, con nome corrotto dal latino lacunae; in altri luoghi si chiamano bulicami.
Definiz: § I. Per similit. trovasi detto d'Una riviera di sangue bollente. −
Esempio: Dant. Inf. 12: Poco più oltre il centauro si affisse Sovra una gente, che infino alla gola Parea che di quel bulicame uscisse.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Sì come tu da questa parte vedi Lo bulicame che sempre si scema ec.
Esempio: But. Comm. Dant.: Chiama bulicame quella fossa del sangue bollente, per similitudine del bulicame di Viterbo, che è sì caldo, che quindi ond'esce si cocerebbono l'uova.
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 56: Un certo guazzabuglio ribollito Che pareva d'inferno il bulicame.
Definiz: § II. E figuratam. Detto di Una moltitudine confusa di piccoli corpi che si muovono a somiglianza d'acqua che sobbolle; e anche Il movimento medesimo di essi. −
Esempio: Segner. Incred. 44: Vuole che questa grande architettura del mondo.... sia struttura di un bulicame confuso di corpicciuoli volanti a caso nel nulla.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 15: La volpe che sentiva il bulicame Salito tra il pelame Del monte più sublime della testa, Quanto più mai potea Nel fiume s'immergea.
Definiz: § III. E per Quantità grande di persone, ma per lo più in senso dispregiativo. −
Esempio: Bern. Catr. 11: Quanti siate voi in casa? M. Un bulicame.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 399: Andrem fra tante Splendide genti quai zingani ed Ussi, Disutil razza e pretto bulicame.