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LOQUACE.
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LOQUACE.
Definiz: Add. Che parla molto e facilmente, e prendesi per lo più in mala parte; Ciarliero.
Dal lat. loquax. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 552: Poichè li detti due non si vollero palesare all'autore, qui introduce a palesargli un altro più loquace.
Esempio: Tass. Lett. 1, 184: L'amico deve ricoprire i difetti de l'amico; ed io, che sono il più loquace uomo del mondo, non ho mai detto cosa alcuna ch'a voi possa spiacere.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 414: Quando cominciò a parlar in pubblico agli Ateniesi, e riusciva molto loquace ed insolente, disse un giorno: Deh cessa ormai di parlar tu al popolo.
Esempio: Fiorett. B. Proginn. 3, 471: Non solo (s'egli non è mentecatto del tutto) il dannerà per loquace, ma l'abborrirà come loquacemente mortalissimo.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Bianc. Laud. 112 t.: Come adunque non stai tu muta? Se bene ardessi dello amor verace, Saresti stolta ancor d'esser Iocuta; Perchè non ardi, tanto se' loquace.
Definiz: § II. E poeticam., detto di labbro, bocca, e simili. –
Esempio: Metast. Dramm. 2, 271: Fulvia, raffrena I tuoi labbri loquaci, E in avvenir non irritarmi, e taci.
Esempio: E Metast. Dramm. 3, 240: E rende amor sì poco Il suo labbro loquace?
Esempio: E Metast. Dramm. 5, 45: Risponderti vorrei, Ma gela il labbro e tace; Lo rese amor loquace, Muto lo rende amor.
Definiz: § III. E detto di volto, vale Che facilmente dimostra la condizione dell'animo. –
Esempio: Pindem. Poes. 442: Chi un seno, un crin non vide, ed un loquace Volto che a un tratto s'animi e s'innostri, Non sa quel che lusinga e quel che piace.
Definiz: § IV. E detto di uccelli, rane, anatre, e simili, vale Che suol garrire, cantare, gracidare, Garrulo. –
Esempio: Rucell. G. Ap. 98: Per nutricare i suoi loquaci nidi.
Esempio: Alam. L. Coll. 1, 212: E gli sovvenga pur ch'intenti stanno Il loquace flinguel, l'astuta e vaga Passera audace, ec.
Esempio: Fior. Agric. Met. volg. 535: E stando per le ripe Questa malvagia, la crudel sua brama Sazia di pesci e di loquaci rane.
Esempio: Car. Eneid. 12, 779: Picciol'esca A' suoi loquaci pargoletti adduce.
Esempio: Tass. Gerus. 11, 13: Ma dalla casta melodia soave La gente di Gesù però non tace; Nè si volge a que' gridi, o cura n'have Più che di stormo avria d'augei loquace.
Esempio: E Tass. Gerus. 13, 76: Nella stagione estiva, Se dal ciel pioggia desinta scende, Stuol d'anitre loquaci in secca riva Con rauco mormorar lieto l'attende.
Esempio: Pindem. Odiss. 1, 130: Il gufo, lo sparviere e la loquace Delle rive del mar cornacchia amica.
Definiz: § V. E detto di cosa che agitata renda un suono qualsiasi. –
Esempio: Spolv. Coll. Ris. 1, 135: Ove odorose, al regio albergo intorno, D'allori e palme, e di mill'altre piante,... selve loquaci Suonali gli augusti nomi.
Esempio: Mont. Feron. 3, 197: Le loquaci chiome Stridono in capo al berecinzio pino.
Definiz: § VI. Detto di voce, vale Alto, Sonoro. –
Esempio: Tass. Gerus. 3, 67: Quando Goffredo entrò, le turbe alzaro La voce assai più flebile e loquace.
Definiz: § VII. In forza di Sost. Persona loquace, ciarliera. –
Esempio: Domin. Tratt. Car. 6 t.: Quando noi verremo a' tormenti cesseranno le parole tua, o loquace.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 461: Un piccol motto, a luogo e tempo profferito dal taciturno,... ha maggior grazia ed acume di quante parole mai si profondono dal loquace.
Esempio: Niccol. Strozz. 5, 1: Ah nei loquaci Mal si confida, usi a versar nell'ira Impotenti querele.