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1) Dizion. 5° Ed. .
MOLESTO
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MOLESTO.
Definiz: Add. Che arreca molestia, Fastidioso, Grandemente importuno, e simili; detto di persona, e figuratam. di sue qualità e atti.
Dal lat. molestus. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 234: Dal principio della mia gioventù questi tre debitori mi furono molesti, cioè cupidità di pecunia, disiderio di diletto carnale, e disiderio di gola; ma gli primi due.... ho quietati, sicchè non mi sono più molesti; ma il terzo.... mi molesta molto (qui in locuz. figur.).
Esempio: Petr. Rim. F. 108: E puossi in bel soggiorno esser molesto.
Esempio: E Petr. Rim. F. 297: Già traluceva a' begli occhi (di Laura) il mio core, E l'alta fede non più lor molesta.
Esempio: Ar. Orl. fur. 36, 44: Quanto sua giunta ad ambi sia molesta, Chi viva amando, il sa, senza ch'io 'l scriva.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 375: E' mi sa male avermi a essere molesta, ma non posso fare altro. C'è occorso un bisogno e necessità, ec.
Esempio: Metast. Dramm. 3, 241: Meglio è lasciarvi in pace. A' fidi amanti Ogni altra compagnia troppo è molesta.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 12: Voi, che a qualunque insulto Di persona molesta Vi scaldate la testa, ec.
Esempio: Capp. Pens. Educ. 289: Io non voglio però, censore inutile e molesto, satireggiare ogni cosa di questo tempo, ch'è pure il mio.
Definiz: § I. E semplicemente per Che apporta o produce noia, Noioso; detto più che altro di discorsi o racconti. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 136: Ma son giunto a quel segno il qual s'io passo Vi potria la mia istoria esser molesta.
Definiz: § II. E figuratam., detto di atti, fatti, condizioni, e simili, tanto morali quanto civili, vale Che dà apprensione, Che turba, Che travaglia, l'animo; ed altresì Grave o Duro a tollerarsi o sopportarsi, Grandemente increscioso, e simili. –
Esempio: Dant. Parad. 17: Che, se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta.
Esempio: E Dant. Rim. 86: E sì d'ogni conforto mi dispoglio, Che tutte cose, ch'altrui piacer danno, Mi son moleste.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 414: Èmi molesto, che quello ne richiedete, non è in mia potestà.
Esempio: Pulc. L. Morg. 27, 238: E quel che più diventerà molesto, Che non sapean di Balugate il caso, Che pel cammino indrieto era rimaso.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 82: E tale infamia essendomi molesta, Nè per forza sentendomi possente ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 21, 11: Quel guerrier.... guardò Zerbino fiso; E poi gli disse: Non m'è già molesto Ch'io sia da te abbattuto, ch'ai sembianti Mostri esser fior de' cavallieri erranti.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 25, 80: Per tenerlo desto, Gli punge il cor sempre un pensier molesto.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 42: Sperava similmente Ferdinando che al Senato veneziano..., avesse a essere molesto, che in Italia, dove tenevano il primo luogo di potenza e d'autorità, entrasse un principe tanto maggiore di loro.
Esempio: E Guicc. Stor. 1, 145: Cose tanto più moleste a' sudditi, quanto più erano assuefatti a' governi prudenti e ordinati de' re Aragonesi, e quanto più del nuovo Re promesso s'avevano.
Esempio: E Guicc. Stor. 1, 292: Operò che il Pontefice e gli Oratori de' re di Spagna, a' quali tutti era molesta tanta grandezza de' Veneziani, proponessero ec.
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 1, 149: Questa legazione.... era grandemente molesta al Re ed alla Reina madre.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 147: La guerra sorta con l'Inghilterra e con la Spagna, e le loro armate, che o già erano giunte, o frappoco si attendevano nel Mediterraneo, erano occasione di molesti pensieri ai Francesi, che occupavano la contea di Nizza.
Definiz: § III. E per Che affligge fieramente i sensi, Che arreca travaglio o grave disturbo, Tormentoso, e simili; detto di cose fisiche. -
Esempio: Dant. Inf. 28: Or vedi la pena molesta Tu che, spirando, vai veggendo i morti: Vedi se alcuna è grave come questa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 63: Corse Rinaldo al liquido cristallo, Spinto da caldo e da sete molesta.
Esempio: Tass. Gerus. S. 13, 13: Nè tempreran le fiamme lor moleste Aure, o nembi di pioggia o di rugiada.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 45: Quivi cercando o frutti o dolci erbette, Per dar sollievo alla molesta fame, Sotto un gran melo giunse, e lì ristette.
Esempio: E Fiacch. Fav. 1, 50: Pur non moleste Molto fur queste Per lui (pel giglio) prime punture (della rosa).
Esempio: Bott. Stor. Ital. cont. 10, 139: Per cui (pel continuato ondeggiamento del suolo) non pochi travagliavano di quel molesto male, che affligge nei viaggi marittimi coloro che non vi sono avvezzi.
Definiz: § IV. E per Che apporta nocumento, Dannoso, Infesto; detto anche di animali, e figuratam. di luoghi. –
Esempio: Dant. Inf. 10: La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patria natio, Alla qual forse fui troppo molesto.
Esempio: Petr. Trionf. 247: Appio conobbi agli occhi, e' suoi che gravi Furon sempre e molesti a l'umil plebe.
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 17: Da voi domando, in guiderdon di questo, Che se la fede vostra mi giuriate, Che nè in detto nè in opera molesto Mai più sarete alla mia castitate.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 33, 23: Un, detto de la Marca, e tre Angioini Mostra l'un dopo l'altro, e dice: Questi A Bruci, a Danni, a Marsi, a Salentini Vedete come son spesso molesti.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 8, 65: Non è la ver'aquila, chè questa Frequenta ovunque il mare, e 'l fonte allaga, Ed agli augelli aquatici è molesta, Nè men che degli augei, del pesce è vaga.
Definiz: § V. E con un compimento retto dalla prep. Di, denotante la cosa o ragione per la quale alcuno sente danno. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 261: Se non gli luoghi presso alla città, tutti gli altri diserti, non lavorati, aridi d'acqua, e molesti di serpenti.
Esempio: Barber. Docum. Am. 861: La vecchia legge tutte Sue comandanze reduceva a questo: Non sia altrui molesto Di che non vogli a te; e fae a tutti Quel, che color indutti Vorresti esser a far a te.
Definiz: § VI. Trovasi, figuratam., detto di cosa, per Che è di pregiudizio, e simili, ad altra cosa. –
Esempio: Soder. Op. 1, 150: Val tanto (l'abeto) all'opere di fuori quanto a quelle di dentro, nè è per il peso molesto alle mura.
Definiz: § VII. Poeticam., per Contrario, Avverso, Nemico. –
Esempio: Dant. Rim. sacr. 345: Non esser [o Signor] contra me così molesto, Ma salvami per tua misericordia.
Esempio: Petr. Rim. F. 106: Ed Annibal, quando a l'imperio afflitto Vide farsi fortuna sì molesta, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 57: Ed era divenuto un nuovo Oreste, Poi che la madre uccise e il sacro Egisto, E che l'ultrice Furie ebbe moleste.
Definiz: § VIII. Essere chicchessia molesto ad alcuno, reggente un compimento verbale mediante la cong. Che, vale Molestarlo, Importunarlo, Tormentarlo, perchè s'induca a fare l'azione espressa dal compimento; ma non è maniera comune.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 134: Sappi, che io venni a te, e destimi bere di tua mano, ma per la grazia di Dio non fui conosciuto; bastati dunque che m'hai veduto, e non mi sie più molesta, ch'io più venga, ma prega Iddio per me.