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1) Dizion. 5° Ed. .
DIVISORE.
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DIVISORE.
Definiz: Verbal. masc. da Dividere. Chi o Che divide.
Lat. divisor. ‒
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: Il solo Dio fu il divisore di quella battaglia.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 274: Non parente ma nemico nostro, non benefattore ma distruttore della nobiltà, e divisore di lei e del popolo.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 2, 58: Se pure vi restassero parti capaci ancora di altre suddivisioni, non potriano riceverle se non da divisori più acuti del fuoco.
Definiz: § I. Term. di Aritmetica e di Algebra. Numero che indica in quante parti eguali deve scomporsi un altro numero; Quello di due numeri dati che si cerca quante volte sia contenuto nell'altro; e più generalmente Quel termine di una divisione aritmetica o algebrica che si cerca per qual fattore debba essere moltiplicato, a fine di produrre l'altro termine. ‒
Esempio: Cavalier. Cent. Probl. 13: Ne verrà il quoziente 3, 23, le cui note decime, con le note decime del divisore insieme, devono sempre essere quante le note decime del diviso.
Esempio: Grand. Instit. Aritm. 28: Osservando di applicare il divisore a tante note del numero dividendo che almeno possa una volta contenersi in esso.
Esempio: Narducc. Parag. Canal. 34: A, b, dividendi, in ragione composta di c, d, divisori.
Esempio: Riccat. V. Dial. Forz. 153: Cosa utile sembrami, l'esprimere la forza viva per la massa nel quadrato della velocità, per modo che non v'abbia alcun divisore, perchè ec.
Esempio: Agn. Inst. anal. 1, 10: Può essere positivo o negativo ed il dividendo ed il divisore.
Definiz: § II. Prendesi anche per Summultiplo, cioè Numero o Quantità contenuti esattamente in un altro numero o in un'altra quantità. Onde Divisore comune, dicesi Quel numero o Quella quantità che divide esattamente più numeri o più quantità date. ‒
Esempio: Galian. B. Vitr. 97: I matematici all'incontro pretendono che il numero perfetto sia il sei, perchè i divisori di questo numero, a loro modo di raziocinare, sommati, eguagliano il numero di sei.
Esempio: Agn. Inst. anal. 1, 31: Generalmente adunque ogni qual volta la frazione è tale, che il numeratore e denominatore sieno ambi divisibili per una stessa quantità (che in questi casi si chiama il loro comun divisore), facendo attualmente le divisioni, i due quozienti daranno la frazione ridotta; ma avvertasi, che se il comune divisore non è il massimo, la frazione sarà bensì ridotta, ma non alla più semplice espressione.
Esempio: E Agn. Inst. anal. 1, 62: Si vogliano i divisori del numero 300. Si scriva il numero dato 300,... ed accanto.... il minimo divisore, che è il 2.