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COTE.
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COTE.
Definiz: Sost. femm. Pietra da affilare ferri taglienti.
Dal lat. cos, cotis. –
Esempio: Rucell. G. Ap. 275: E col dente mordace gli aghi acuti Arrotando bruniscon, come a cote.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 279: La cote, che non taglia punto, pur fa acuto il ferro.
Definiz: § I. In locuz. figur., ed altresì figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 114: Sempr'aguzzando il giovenil desio All'empia cote, ond'io Sperai riposo.
Esempio: Bemb. Lett. 1, 171: Aguzzandosi nel pensiero il mio rintuzzato ingegno alla cote del disiderio.
Esempio: Mont. Poes. 2, 297: Tu di strali forbiti Alla lor cote arma la cetra.
Definiz: § II. E pur figuratam., per Ciò che invigorisce, ingagliardisce, accresce o rende più squisito un affetto, un sentimento, una qualità dell'animo, e simili. –
Esempio: Tass. Gerus. 10, 10: Della virtù cote è lo sdegno.
Esempio: Guar. Past. fid. 5, 9: Credetel pure a me, che cote fui Di fede a l'uno, e d'onestate a l'altra.
Esempio: Filic. Poes. tosc. 474: Nella più fresca e più fiorita etade, Che a' folli affetti e a i van desiri è cote Amor, che tanto puote.
Definiz: § III. Trovasi, alla latina, per Rupe; ed altresì Sasso, Pietra, e simili. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 6: Sparge de l'uno al campo le cervella, Che lo percuote ad una cote dura.
Esempio: E Ar. Rim. 1, 227: Io son di vera fede immobil cote, Che 'l vento indarno, indarno influsso alterno Del pelago d'Amor sempre percote.
Esempio: Pindem. Poes. 450: Mirabil arte, che d'un'aspra cote Sai con un ferro trar vivi sembianti!