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Dizion. 5° Ed. .
LIBRARE
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LIBRARE. Definiz: | Att. Mettere, Tenere, in contrappeso, in equilibrio, in bilancia, Contrappesare, Bilanciare; ma è voce più propria del nobile linguaggio. |
Dal lat. librare. – Esempio: | Vann. Biring. Mec. Arist. 35: Tanto si dura di pelare e librare, o vogliam dire bilanciare, che l'indice non esca della trotina. |
Esempio: | Bald. Vers. 97: Quelle due stelle cui lo spazio cede, Son le Bilance; e sopra lor la bella Vergine che le libra. |
Esempio: | Gratin. Rag. Poet. 38: Nella morte d'Ettorre, Giove libra prima la bilancia, nella quale avea posto i fati d'Achille e d'Ettorre, e spinge l'evento là dove il braccio della bilancia trabocca. |
Esempio: | Varan. Vis. poet. 7: Ma la vicina morte I piè ci sciolse ed affrettonne il passo A librar, benchè invan, col pondo forte De' corpi il lato, in cui per l'urto esterno S'ergea troppo l'abete in dubbia sorte. | Esempio: | Mont. Iliad. 22, 272: L'auree bilance sollevò nel cielo Il gran Padre, e due sorti entro vi pose:... le librò nel mezzo, E del duce troiano il fatai giorno Cadde, e ver l'Orco dechinò. |
Definiz: | § I. Vale pure Mettere sulle bilance per riscontrare il peso, Pesare; anche in locuz. figur., e figuratam. – |
Esempio: | Petr. Rim. 1, 238: Dov'è chi morte e vita insieme spesse Volte in frale bilancia appende e libra. | Esempio: | E Petr. Rim. 2, 111: E queste dolci tue fallaci ciance Librar con giusta lance. |
Esempio: | Tass. Gerus. 10, 41: Librar la speme del lontan soccorso Col periglio vicino, anzi presente. |
Esempio: | Galil. Op. VI, 221: Volle misteriosamente accennargli ch'ei dovesse librar con giusta lance e ponderar le cose contenute nel trattato delle comete, publicato dal signor Mario Guiducci. | Esempio: | Segner. Crist. instr. 1, 386: A librare le cose con giusta lance, si troverà essere di gran lunga più quello che il ricco toglie al povero, che non è quello che il povero toglie al ricco. | Esempio: | Forteguerr. Cap. 224: Chi i loro eccessi scelerati e pravi Libra or con giusta lance, e dà lor pena, Qual meritaro i lor fattacci pravi. | Esempio: | Mont. Poes. 2, 183: Del tuo duce, Che tutta del suo nome empie la terra, E ne libra i destini,... Molto udir bramo. |
Definiz: | § II. Pur figuratam., per Esaminare, Ponderare. – | Esempio: | Parin. Poes. 91: Qual di Pallade l'arti e delle Muse Giudica e libra; qual ec. |
Esempio: | Alf. Trag. 1, 43: Opra tremenda è questa; Ben libratela, o giudici: da voi Del figlio io chieggo,... e in un di me, sentenza. | Esempio: | Mont. Poes. 2, 101: Sire del ciel, che libri Nell'alta tua tremenda estimativa Le scelleranze tutte. | Esempio: | E Mont. Iliad. 18, 342: Librate, amici, la bisogna: ir dentro Alla cittade e tosto, è mio consiglio. |
Definiz: | § III. Con proprietà latina, trovasi usato poeticam. per Tirare, Vibrare, e simili. – | Esempio: | Ar. Orl. fur. 42, 56: La mazza impugna, e dove il serpe guizza, Spessi come tempesta i colpi libra. |
Definiz: | § IV. Neutr. pass. librarsi Mettersi, Stare, in equilibrio, Equilibrarsi; detto più specialmente di chi si regge sulle ali. – |
Esempio: | Rucell. G. Ap. 603: Con certi sassolini accolti in seno, Librandosi per l'aria, e con grand'arte Secan (le api) le vane nubi e 'l mobil vento. |
Esempio: | Tass. Gerus. 1, 14: Pria sul Libano monte ei (l'arcangelo Gabriele) si ritenne, E si librò su l'adeguate penne. | Esempio: | Galil. Op. VII, 454: L'acqua,... in virtù del proprio peso e naturale inclinazione di livellarsi e librarsi, tornerà per se stessa con velocità in dietro. | Esempio: | Varan. Vis. poet. 5: E già peudea senza librarmi in alto, Quando la guida pel braccio m'avvinse. | Esempio: | Fiacch. Fav. 2, 28: Mentre fervido (il ragno) nelle sue brame Si cala pendolo da tenue stame, E va librandosi pian piano intorno Per l'aer liquido, ec. | Esempio: | Pindem. Poes. 23: Lodoletta montante, che su l'ale Si libra, e nuota nella lucid'onda. |
Definiz: | § V. Vale anche Oscillare apparentemente, detto della luna. – | Esempio: | Bart. D. Op. mor. 29, 1, 111: La luna anch'essa ha un cotal suo proprio barcollare, che solo Iddio, che gliel diede, ne sa la cagione e gli effetti. Librasi e volta, a mostrarci una tanta parte di sè, che poi, rifacendosi in contrario, ci nasconde. |
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