Lessicografia della Crusca in rete

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EPA.
Definiz: Sost. femm. Quella parte del corpo umano dallo stomaco al pettignone, nella quale si racchiudono gl'intestini; ma è voce propria più che altro di nobile scrittura, dicendosi comunemente Ventre, e in modo più basso Pancia.
Deriva probabilmente dal lat. hepar, e questo dal grec. ἧπαρ, Fegato, per la prossimità che l'epa ha con tal viscere. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 225: Ben è tenuto Bacco Chi fa del corpo sacco, E mette tanto in epa, Che talora ne criepa.
Esempio: Fr. Giord. Pred.: Hanno quel solo pensiero di saziare l'ingordigia dell'epa.
Esempio: Dant. Inf. 25: Così parea venendo verso l'epe Degli altri due un serpentello acceso, Livido e nero come gran di pepe.
Esempio: E Dant. Inf. 30: E l'un di lor, che si recò a noia Forse d'esser nomato sì oscuro, Col pugno gli percosse l'epa croia.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Ricorditi, spergiuro, del cavallo, Rispose quei ch'aveva enfiata l'epa.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 775: Li diede un pugno in sul ventre, ch'aveva enfiato per idropisi; epa si chiama il ventre.
Esempio: Cas. Pros. 3, 336: Perciocchè se tu arai da dire l'una di queste due, dirai più tosto il ventre che l'epa.
Esempio: Mont. Iliad. 16, 1051: Saprebbe.... Dallo scoglio spiccar conchiglie e ricci Da sazïarne molte epe.
Definiz: § Poeticam. dicesi anche del Ventre di animali. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 101: Io ti so dir che gli ha (un vitello) stivata l'epa In un campo di gran tanto, che crepa.
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 46: E perchè del tornar la via sia tronca A quelle bestie (le Arpie) c'han sì ingorde l'epe, Raguna sassi, ec.