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MENTO
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MENTO.
Definiz: Sost. masc. La parte estrema del viso dell'uomo sotto la bocca; ed è propriamente il punto di mezzo della mascella inferiore.
Dal lat. mentum. –
Esempio: Dant. Inf. 20: Mirabilmente apparve esser travolto Ciascun dal mento al principio del casso.
Esempio: E Dant. Inf. 25: Acciocchè il duca stesse attento, Mi posi il dito su dal mento al naso.
Esempio: Bocc. Amet. 41: E il mento non tirato in fuori, ma ritondo e concavo in mezzo, merita grazia negli occhi di Ameto.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 1, 553: E di sotto a le labbra il gentil mento, Ritondo, onesto e con un foro drento.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 83: Al fin di mille colpi un gli ne colse Sopra le spalle ai termini del mento.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 74: È mosso questo nobile strumento Da una corda, a guisa di campana, E dà nel naso altrui spesso, o nel mento.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 60: Tre anni son ch'è in guerra; e intempestiva Molle piuma del mento appena usciva.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 132: Vanno in zucca, e con raso il mento e il capo.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 145, 1: La mandibula inferiore costa di due ossa..., il mezzo della quale si chiama mento.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 34: E veduto scarmigliato Rinaldo, e pien di graffi il viso e il mento, Disser: Co' gatti forse ti se' dato, O con la scimia?
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 134: Nel vedere ad un giovine robusto Un par di baffi col moschin sul mento.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 484: Quella testina bassa, col mento inchiodato sulla fontanella della gola ec.
Definiz: § I. Per estensione, detto d'animali. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 468: Abbiano (i cani) il mento indentro.
Esempio: Dant. Inf. 9: Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 76: E brancicava morbidamente la pelle, che pendea loro (ai tori) di sotto al mento, colla ardita mano diritta; e costrinse loro, sottoposti al giogo, menare lo grave peso dell'arato (aratro).
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 97 t.: La forma sua (dell'uro) è del tutto simile al toro, salvo che egli ha il mento molto velloso da la parte di sotto.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 315: La giogaia che pende sotto al mento (del toro), Infino alle ginocchia si distende.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 6: Sotto il mento, o labbro inferiore (d'un insetto), v'ha delle altre punte, cinque da una parte e cinque dall'altra.
Definiz: § II. Parlandosi di celata, vale La parte di essa corrispondente al mento. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 1, 515: Affrontatosi con il medesimo duca di Mena, gli sparò valorosamente la pistola nella visiera; la quale per aver colto alquanto più basso nel mento della celata, non fece effetto alcuno.
Definiz: § III. E per similit., detto di cosa che ci apparisca, o che s'immagini, come una faccia umana. –
Esempio: Galil. Op. Cart. XVII, 294: Sì come dunque questo scoprire ed ascondere (che la luna fa) nel nascere e tramontare, per modo di dire, parte de i capelli sopra la fronte e del mento diametralmente oppostogli, si può chiamare alzare ed abbassar la faccia, così ec.
Definiz: § IV. Figuratam. e poeticam., usato in certe locuzioni, a denotare, per estensione, Tutta la faccia. –
Esempio: Dant. Purg. 13: Vidi un'ombra che aspettava In vista; e se volesse alcun dir: Come? Lo mento, a guisa d'orbo, in su levava.
Esempio: E Dant. Purg. 31: Con men di resistenza si dibarba Robusto cerro.... Ch'io non levai al suo comando il mento.
Esempio: Ar. Orl. fur. 44, 85: Molti ne ferma e fa voltare il mento Contra i nimici, e poi la lancia abbassa.
Esempio: Franz. M. Rim. burl. 2, 107: E dicea solo a rivederci, a Dio, Con un chinare o un alzar di mento.
Esempio: Tass. Gerus. 19, 24: Tu, dal tuo peso tratto, in giù col mento N'andasti Argante, e non potesti aitarte.
Definiz: § V. L'onor del mento, dicesi poeticam. La barba. –
Esempio: Pindem. Poes. 354: Prima che a te l'onor cresca del mento.
Definiz: § VI. Ballare a uno il mento, vale scherzevolmente Mangiare; onde Roba da far ballare il mento, da insegnare a ballare al mento, vale Roba da mangiare. –
Esempio: Lipp. Malm. 4, 23: Va' a dir che qua si trovi pane o vino, O altro da insegnar ballare al mento.
Esempio: Not. Malm. 1, 349: Insegnar ballare al mento. Mangiare. È lo stesso che Dare il portante a' denti.
Definiz: § VII. Onde il proverbio: Chi vuol che il mento balli, alle mani faccia i calli; cioè Chi vuol mangiare bisogna che lavori.