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ACUME, e talora in verso anche ACUMINE.
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ACUME, e talora in verso anche ACUMINE.
Definiz: Sost. masc. Acutezza. Per lo più s'adopera al figurato.
Dal lat. acumen. −
Esempio: But. Comm. Parad. 1, 2: Lo ferro acuto più punge che l'ottuso, e però l'acume si pone per la punzione e per la stimulazione.
Definiz: § I. Per Punta di checchessia. −
Esempio: Marchett. Lucrez. 221: Sinchè di cono in un oscuro acume Vadano a terminar.
Definiz: § II. Per Cima, Vetta. −
Esempio: Zenon. Piet. Font. 2: E sì vedrai coperti gli alti acumi De' maggior monti.
Esempio: Baldov. Stanz. 194: Venga la real coppia, e sugli acumini Di questi ombrosi colli alberghi e domini.
Definiz: § III. Figuratam. per Vivezza, Forza penetrante di luce, di suono, di sguardo e simili. −
Esempio: Dant. Parad. 28: Un punto vidi che raggiava lume Acuto sì, che il viso, ch'egli affuoca, Chiuder conviensi per lo forte acume.
Esempio: Med. Lor. Op. 3, 67: Te conosciuto abbiamo, immenso lumine, Lume che sente sol la mente degna, La mente sol, non sensitivo acumine.
Esempio: Segn. B. Etic. volg. 192: Non mai ha fretta chi intorno a poche cose è intento; nè è acuto nella voce, nè veemente nel dire chi non reputa nulla grande, e l'acume della voce e la celerità essendo per simil fine.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 12: Ma se di sguardo mai d'occhio linceo Valesse acume a saettar la notte, Che tra gli errori suoi giugnesse al vero, Quante ec.
Definiz: § IV. E pur figuratam., riferito alle facoltà dell'intelletto ed agli affetti dell'animo. −
Esempio: Dant. Parad. 1: La novità del suono, e il grande lume, Di lor cagion m'accesero un disio Mai non sentito di cotanto acume.
Esempio: E Dant. Parad. 32: Senza mercè di lor costume Locati son per gradi differenti, Sol differendo nel primiero acume.
Esempio: Dav. Scism. 396: Con ordine e acume specolano la verità.
Esempio: Menz. Sat. 183: Che sì, che sì, che quel suo audace e baldo Cervello si rannicchia, e che l'acume Si spunterà, che già parea sì saldo.
Esempio: Gravin. Rag. poet. 35: Negli scrittori e poeti di quei secoli si ravvisa maggior acume che naturalezza, maggior dottrina che senno, e maggior lusinga di ricercate parole ed arguzie, che fedeltà e verità di sentimenti.