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1) Dizion. 5° Ed. .
ASCE ed ASCIA.
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ASCE ed ASCIA.
Definiz: Sost. femm. Strumento di ferro per tagliare, con manico di legno, fatto in forma di zappa, ma più largo e più corto, proprio dei legnaiuoli.
Dal lat. ascia. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 15: Siccome il maestro che taglia coll'ascia, che darà trecento colpi e non ne fallirà uno.
Esempio: Domen. Plin. 218: Dedalo trovò la fabbrica del legname ed in essa la sega, l'ascia ec.
Esempio: Bellin. Disc. anat. 2, 57: Nè mai asce scheggiò, nè giammai troncarono accette, se steron ferme.
Esempio: Targ. Viagg. 9, 110: Non si conosce in questi luoghi l'uso della pialla, ma si spianano i legni quanto si può coll'ascia.
Esempio: Parin. Poes. 26: Ora per te l'industre artier sta fiso Allo scarpello, all'asce, al subbio, all'ago.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Dav. Oraz. 464: E furono (concedetemi questa licenza di favellare) asce e martella a fabbricargli e conficcargli lo Stato.
Definiz: § II. Far giustizia coll'asce o Dar sentenza coll'asce, dicesi del Far giustizia o Dar sentenza alla grossa, senza la dovuta esattezza e matura considerazione. –
Esempio: Not. Malm. 474: D'una sentenza data senza grande esaminazione, diciamo esser quella sentenza data coll'asce; nel medesimo modo che i lavori di legno si cominciano e si dirozzano coll'asce, o si finiscono poi colla pialla.
Definiz: § III. Maestro d'ascia, lo stesso che Legnaiuolo; ma dicesi propriamente di quelli che lavorano ai bastimenti. –
Esempio: Brev. Mar. Pis. 458: Maestri d'ascia, li quali fanno o usati sono di fare legni navicabili.
Definiz: § IV. Uomo fatto coll'asce, vale a significare Chi è goffo e sgraziato nella persona e nelle maniere.