1)
Dizion. 5° Ed. .
GIGLIATO.
Apri Voce completa
pag.215
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
GIGLIATO. Definiz: | Sost. masc. Nome che si dette a monete d'oro e d'argento di varj paesi e aventi diverso valore, ma specialmente a una moneta d'oro fiorentina, detta di poi anche Zecchino, per avere siffatte monete in una delle loro facce l'impronta di più gigli, o, come la fiorentina, di un giglio solo. – | Esempio: | Pegolott. Prat. Merc. 170: Vagliendo in Barletta ovvero in Napoli, li 5 fiorini d'oro tanti gigliati d'argento,... si verrebbe a valere l'oncia di 60 gigliati per Vinegia, ec. | Esempio: | E Pegolott. Prat. Merc. 185: Veramente nè oro nè ariento in buglione, nè nulla moneta coniata non usa trarre del regno, salvo la moneta del Re carlini d'oro, o gigliati d'ariento, ec. | Esempio: | Vill. M. 37: La gente d'arme, maliziosa e cauta, Veggendo i villani allargarsi all'esca del danaio, mandavano a uno e a due nel castello insieme, con le mani piene di gigliati, a comperare del pane. | Esempio: | Bocc. Decam. 6, 170: Io ho venduto a costui, che tu vedi qui con meco il doglio,... e dammene cinque gigliati. | Esempio: | E Bocc. Decam. 6, 173: E datigli sette gigliati, a casa sel fece portare. | Esempio: | Borgh. V. Disc. 2, 210: Se questo avesse saputo colui, che tante volte si mise a fare il maestro, e tanto inciampò nelle voci nostre, trovando che furon dati a uno 4 gigliati, non sarebbe così.... inconsideratamente corso a dire che ella fusse moneta fiorentina, e pur parlandosi quivi di Napoli, poteva almanco sospettare che ella non poteva esser napoletana, come veramente ella era, e detta dall'arme della casa reale del buon re Carlo, che vi regnava allora che avea il campo tutto sparso di gigli, delle quali monete non è molt'anni ch'io ne vidi in Napoli, e per avventura ve sene troverrebbono ancora. | Esempio: | Dav. Tac. P. 1, 10: Ciò erano un milione e ottantasette migliaia e cinquecento fiorini d'oro de' nostri gigliati antichi. | Esempio: | Not. Malm. 2, 857: Abbiamo ancora il zecchino, il quale chiamiamo gigliato, che vale lire dodici; ed è il più purgato oro che si conii. |
|