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LOCANDA
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LOCANDA.
Definiz: Sost. femm. Casa, Edifizio, dove si alloggiano a pagamento i forestieri, Albergo; od anche dove si dà a pagamento alloggio e vitto.
Da camera locanda. –
Esempio: Baldin. Art. Int. 42: Una volta, chiamato da certi cavalieri tedeschi per fare il ritratto d'un di loro, giunto alla locanda, veddesi preparato ec.
Esempio: Monet. Poes. 41: Ma l'oste, o sia padron della locanda, Di guastargli pensò quest'invenzione.
Esempio: Salvin. Annot. Pier. 402: Veggovi un Est locanda. Questo è il titolo, a Lucca e altrove, sopra le case da appigionarsi; onde ne venne il nome appresso di noi di locanda, cioè casa d'albergo pe' forestieri.
Esempio: Giacomell. Carit. 122: Venne dunque alla locanda il pretore, e nel far la ricerca trovò ec.
Esempio: Pindem. Poes. 344: E i magni ostelli Mira, e i marmorei templi, e alle locande Lieta rientra.
Esempio: Pariant. Poet. Teatr. 24: Giungo a un albergo in qualche loghicciolo; E quando l'oste mi ha guardato un pezzo Da capo a piè.... dice: Questa è una locanda buona, Nè riceviamo qui gente pedona.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 137: E alle locande? vi badan moltissimo: E se veggon che ha i baffi il forestiere, Gli dan dell'eccellenza, ec.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 34: In certi campi aprici, A cui poc'anzi avea fidato il seme Di Cerere un villan, molte pernici E molte gru si ritrovaro insieme.... E a ciascuno è palese Che tali disinvolti personaggi, Avvezzi ai gran viaggi, Quando trovan di simili locande, Sanno ben fare onore allo vivande.
Esempio: Giust. Vers. 203: Paragona locande e monumenti.
Definiz: § II. Camera locanda. –
V. Camera, §§ XI, XII, XIII.