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1) Dizion. 5° Ed. .
DESIRARE e DISIRARE.
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DESIRARE e DISIRARE.
Definiz: Att. Lo stesso che Desiare, Desiderare; ma è voce propria soltanto della poesia, e usata più che altro nel Presente dell'Indicativo. Dal sost. desire e disire. –
Esempio: Dant. Purg. 15: Che farem noi a chi mal ne desira, Se quei che ci ama è per noi condannato?
Esempio: E Dant. Parad. 4: Come disiri, ti farò contento.
Esempio: Febuss. Breuss. 4, 24: Da' poi che 'l tuo voler questo disira.
Esempio: Pass. G. Cr. 3: Avendo [Giuda] di pietà la mente ignuda, Di far morir Giesù col cor desira.
Esempio: Dat. L. Sfer. 1, 7: Chi la cercasse, e trovar la disira, L'occhio suo guardi la bocca d'un forno.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 72: Ei.... egualmente satisfar desira Ciascuna delle parti.
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 345: Son io forse schernito Perchè Neera ammiro? E sua beltà desiro, Già vecchio divenuto?
Esempio: Crudel. Rim. 32: Ma che non arrossisca, Se ognuno la rimira, Se ognuno la desira.
Definiz: § E figuratam. –
Esempio: Forteguerr. Cap. 287: Tu fara' sempre una cosaccia opposta Alla ragion, che libertà desira, Nè puote a voglia altrui star sottoposta.