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1) Dizion. 5° Ed. .
MANGIAMENTO
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MANGIAMENTO.
Definiz: Sost. masc. L'atto e L'effetto del mangiare, Il mangiare, Il cibarsi. –
Esempio: Buonarr. Cical. III, 1, 82: Fattoci laonde così povero ordine di mangiamento, non ci ha che materia ec.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 66: Ove il Salvatore indifferentemente più volte avea nominato or insieme il mangiamento della sua carne e 'l bevimento del suo sangue, or il solo mangiamento della sua carne, per darci a divedere come anche il secondo bastava.
Esempio: Fag. Pros. 13: Dal verbo latino comedo, e dal greco comu e comon, che significa egualmente mangiare insieme, mangiamento e pappatoria.
Definiz: § I. E per Pasto, Desinare, Convito, e simili. –
Esempio: Arrighett. N. Cical. III, 1, 126: Volle un poco (Carlo Magno) rallegrarsi colla sua gente, e però fece fare un gran mangiamento, il quale non fu altro che un grandissimo tortone, dove si sfamarono tutti i paladini e l'altro gentame ch'era seco.
Esempio: Buomm. Cical. 9: Ma voi vel sapete da voi medesimi, se la maggior parte di voi si rivede mai che a tavola, al mangiamento.
Esempio: Segner. Mann. ag. 23, 1: Però t'invita a' mangiamenti, a' trastulli, a' trattenimenti.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 15, 83: Ma questa descrizion d'un mangiamento, D'un festino, d'un ballo e d'una giostra, D'una commedia, d'un bel torneamento, ec.
Esempio: Crudel. Rim. 51: Fa colazione intanto, E seco mangia tutta la famiglia.... Succede al mangiamento De i cacciator l'orribile imbarazzo.
Definiz: § II. E per Cosa mangiata, Cibo. –
Esempio: Cald. Tart. 29: In tempo di verno gli stomachi delle tartarughe d'acqua dolce gli ho sempre veduti totalmente voti d'ogni sorta di mangiamento; onde tengo per fermo, che di verno non mangino mai.
Definiz: § III. Figuratam., per Soppressione di alcuna lettera in una parola. –
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 238: L'epigramma è questo che io reciterò con quelle elisioni o mangiamenti della s in fine delle voci; dalla delicatezza de' seguenti poeti, forse contra loro troppo severi, rifiutata.
Esempio: Maff. Veron. illustr. 1, 131: Ecco quell'istesso mangiamento della seconda lettera, che si vede consueto in questa voce.