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MONOCORDO e anche MONACORDO
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MONOCORDO e anche MONACORDO.
Definiz: Sost. masc. Term. dei Musici. Strumento d'una sola corda tesa sopra un corpo risonante, la quale, per via di ponticelli mobili, può dividersi a piacimento, a fine di trovare e sperimentare le giuste proporzioni musicali. E nel Medio Evo si usò pure per uno Strumento di più corde, tese sopra un corpo risonante a modo di cassetta; donde poi ebbero origine il Clavicembalo e il Clavicordio.
Dal basso lat. monochordon, e questo dal grec. μονόχορδον. −
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 141: Fu sì peritissimo in ogni genere di musica, e specialmente in sonar monacordi e organi, che ec.
Esempio: Cas. Lett. Sor. 239: Non so se avrà portata la lettera a Niccolò, il quale ha nome Jasonne, che fa i monacordi.
Esempio: Varch. Ercol. 352: Quelli (numeri o ritmi), che hanno bisogno di corde, si servono o di minugia, come i liuti, e viole, e violoni, o di fili d'ottone, e d'altri metalli, come i monocordi.
Esempio: Giannott. Dial. 32: Vi sarà chi sonarà il monacordo, e chi ballerà ancora.
Esempio: Galil. V. Dial. Music. 48: Vengo alla fabbrica de' monocordi, e dico che nell'avere, quando mi è occorso, distribuite le corde di quello, ec.
Esempio: E Galil. V. Dial. Music. appr.: Con questo vengo aver complito il monocordo diatono ditonico; il quale gli antichi musici greci non per altro ordinaro (male il testo: ordinario) con una sola corda, che per più esattamente intendere e capire la qualità e quantità degli intervalli.... Volendo ora temperare il detto monocordo secondo l'antico cromatico, basterà ec.
Esempio: E Galil. V. Dial. Music. 133: Quanto la parte di che si priva la corda sarà maggiore, tanto più acuto renderà il suono quella che rimarrà; dalle quali speculazioni ebbe facilmente origine l'uso del monocordo; ma non intendeste per esso quello strumento musico usato da gli Arabi, sopra il suono del quale (che una sola corda aveva) cantavano le cantilene loro; ma quello ritrovato da Pitagora, detto ancora Regola armonica.
Esempio: Galil. Op. VIII, 143: Distesa sopra il monocordo una corda, sonandola tutta e poi sonandone la metà, col mettere un ponticello in mezzo, si sente l'ottava.
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 3, 222: Il solo Monocordo, come si deduce dal nome greco Μονος, Solus, e Χορδη, Chorda, era composto d'una sola corda. Viene però da Tolomeo riprovato come incomodo questo Monocordo, e fra le varie ragioni, che egli ne adduce, una, che a noi si rende più chiara, si è quella, che con una sola corda non possiamo paragonare contemporaneamente un suono ad un altro.
Definiz: § In locuz. figur., e figuratam. −
Esempio: Pulc. L. Morg. 28, 45: E non sia ignun più ardito che mi tocchi, Ch'io toccherò poi forse un monacordo, Ch'io troverrò la solfa e' suoi vestigi, Io dico, tanto a' neri, quanto a' bigi.
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 240: Se 'l targon ch'è tra la salciccia e 'l tordo Vestito alla moresca in ballo viene, Un altro sonerà el suo monacordo.