Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CINQUE.
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CINQUE.
Definiz: Add. numerale cardinale indeclinabile. Che segue immediatamente al quattro.
Dal lat. quinque. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Laddove tutti e cinque sedevamo.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 52: Era ammantato santo Francesco d'uno mantello maraviglioso, adornato di stelle bellissime, e le sue cinque istimate erano siccome cinque stelle bellissime.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 35: Rimira in cinque morti or la sua morte.
Esempio: Red. Cons. 1, 7: Ne' quali tutti a cinque [tubercoletti] presentemente non si scorge altro che una semplice escoriazione.
Definiz: § I. Usasi in forza di Add. ordinale, invece di Quinto; come Il volume cinque, La fila cinque, e simili.
Definiz: § II. In forza di Sost. Il numero o La somma di cinque.
Definiz: § III. Usasi pure a denotare Il quinto giorno di un dato mese.
Definiz: § IV. E pure in forza di Sost. per La cifra o figura, sia romana, sia arabica, che rappresenta il cinque; nel qual senso declinasi popolarmente anche al numero del più, e dicesi Cinqui. –
Esempio: Dant. Purg. 33: A darne tempo.... Nel quale un cinquecento dieci e cinque Messo di Dio anciderà la fuia.
Definiz: § V. Por cinque a quel degli altri e levar sei, trovasi detto scherzevolmente per Rubare. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 68: Ribaldo, santiufizza e gabbadei, Ch'a quel d'altri pon cinque e levi sei.
Esempio: Not. Malm. 2, 595: Pon cinque e levi sei, vuol dire Tu sei ladro, perchè ponendo cinque dita della mano, fai il numero di sei con aggiugnere alle cinque dita la roba che porti via.