Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CULMINE.
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CULMINE.
Definiz: Sost. masc. Cima, Sommità, Vetta; detto più specialmente di monte, balzo, edifizio e simile: ma oggi non si userebbe che in poesia.
Dal lat. culmen. –
Esempio: Vinc. Nat. Pes. acq. 2, 54 t.: Poi sotto questa [argine] se ne faccia un'altra, distante quanto può essere il culmine del balzo che fece l'acqua, che cade della prima argine sopra il suo fondo.
Esempio: Sannazz. Arcad. 125: Or davanti un altare, in su quel culmine, Con incensi si sta sempre adorandola.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 2, 491: Da gli alti culmini Non vibrate, Deh! fermate; Omai punito ogni delitto fu.
Definiz: § I. Figuratam. –
Esempio: Belc. F. Rappr. 158: Gentil Sanese laico, Del qual la degna vita in versi recita Per dirizzar gli erranti al sommo culmine.
Definiz: § II. Detto di acqua corrente, vale La superficie di essa. –
Esempio: Vinc. Mot. Mis. acq. 331: Il moto della valle dell'onda è veloce, ed il culmine dell'onda è tardo.