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Dizion. 5° Ed. .
MERLOTTO
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MERLOTTO. Definiz: | Sost. masc. Merlo giovane. – | Esempio: | Sacch. Batt. 3, 55: Ghisola tapina di tristizia Volle la quarta sotto il suo condotto, Con Puccia matta, Tondina e la Vizia Con Semaldrudo, che pare un merlotto. | Esempio: | Not. Malm. 1, 203: Non è più merlotto, che vale merlo giovane, come pollastrotto, leprotto, e simili. | Esempio: | E Not. Malm. 2, 493: Merlotto vuol dire merlo giovane. | Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 451: Merlotto, merlo pargoletto, nidiace, semplice.... Merlotto detto come starnotto, perniciotto,... e questa desinenza è degli uccelli teneri. |
Definiz: | § I. In locuz. figur., e figuratam., per Uomo semplice e facile a lasciarsi ingannare; ed altresì Uomo balordo. – | Esempio: | Buonarr. Fier. 1, 3, 4: Sì fatte ciance e menzogne cotali Son da dar ad intender a' merlotti. | Esempio: | E Buonarr. Fier. 3, 4, 4: Goffo ch'io fui! C. Sol. IV. Merlotto che tu sei! | Esempio: | Buomm. Cical. 2: Chi non s'è aiutato, suo danno: i merlotti restan pelati. | Esempio: | E Buomm. Cical. 16: Ma e' sarebbe stat'un merlotto a far ogni cosa da sè, avendo cotanti mangiapani alle spalle. | Esempio: | Not. Malm. 2, 493: Tordi e merlotti. Merlotto vuol dire Merlo giovane; ma dicendosi Merlotto o Tordo a un uomo, s'intende Uomo semplice, corrivo, che cala, che si lascia pigliare. | Esempio: | Monigl. Poes. dramm. 3, 482: Ecco giunto il merlotto: Se nella rete incappa, Mio danno s'egli scappa. | Esempio: | Baldov. Lament. 89: Basta, me ne so' visto e stommi chiotto, Ch' i' vo' vedere un po' come la vane; Perch'i' sto cheto cheto, e fo il merlotto. | Esempio: | Fag. Comm. 1, 269: Facea come certe figurine, che fanno la spasimata con alcuni merlotti, che credono che le sieno innamorate del lor mostaccio, e le fanno all'amore col lor borsellino. | Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 12: Quando trova i poveri merlotti, Oh come è brava, oh come la gli pela! | Esempio: | Guadagn. Poes. 1, 116: Il povero merlotto Ne venne alfine innamorato cotto. |
Definiz: | § II. Ingabbiare il merlotto, vale figuratam. Ingannare alcuno, prevalendosi della sua dabbenaggine, Prendere con le proprie arti alcuno nella rete, o simile. – |
Esempio: | Buonarr. Fier. 2, 2, 4: Che n'è di colei?... Va ella a' balli? Ingabbia ella ogni dì merlotti nuovi? |
Esempio: | Menz. Sat. 115: Ed in dar scrocchi egli ha malizia tanta, Che sempre alfin qualche merlotto ingabbia. | Esempio: | Saccent. Rim. 1, 37: Disprezzar l'util mio per l'apparenza, Per l'apparenza che ingabbiò il merlotto Con bubbole e con chiacchiere a credenza. |
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