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1) Dizion. 5° Ed. .
ACCAREZZARE.
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ACCAREZZARE.
Definiz: Att. Far carezze, Carezzare, Far vezzi, Vezzeggiare. −
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 85: Lungo sarebbe a ricontarvi quanto Lei Bireno accarezzi, ed essa lui.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 280: Sebbene non hanno raccolto in loro lo intero [della bellezza], nondimeno ne hanno tal parte, che basta loro per esser accarezzate, e anche per esser tenute belle.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 13, 292: Perchè, s'io vengo a te, mi fuggi e sprezzi, Ed Aci chiami dopo, Aci accarezzi?
Esempio: Tass. Gerus. 12, 30: Lenta poi s'avvicina [la tigre] e ti fa vezzi Con la lingua, e tu ridi e l'accarezzi.
Esempio: Segner. Pred. 716: Chi più potè baciarlo, accarezzarlo, goderlo, maneggiarlo, disporne?
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 7: Sì t'imbroglia [la donna] Con le dolci parole e i dolci vezzi, Che ancor che ti tradisca, l'accarezzi.
Definiz: § I. E figuratam. −
Esempio: Rucell. Or. Dial. Sagg. 71: Di rado i buoni, ma il più sovente la fortuna accarezza i peggiori.
Esempio: Fag. Rim. 1, 300: È diventata un traffico la Fede Per molt'uomini rei che l'accarezzano.
Definiz: § II. Per similit. appropriato agli animali. −
Esempio: Menz. Poes. 2, 20: Ella [la lupa] il sanguigno Acceso sguardo con le dolci tempre D'amor, rende men fiero, e or questi or quegli Lambe soavemente, e gli accarezza.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 296: Quell'introdurre il suo becco, o rostro, che fa il maschio dentro quello dell'amata colomba, quel piacevole mormorare, quel dolce accarezzarsi, e con soavi moti e lusinghe ringalluzzarsi, non serve ad altro se non a preparare ec.
Definiz: § III. Accarezzare con la mano alcuno, o il mento, le guance, la barba, e simili, d'alcuno; vale Palpare, Lisciare leggermente con la mano alcuno; o il mento ec. di alcuno, a dimostrazione di affetto, o per lusingare. −
Esempio: Salvin. Iliad. 135: Ella la sua figliuola in braccio prese, Accarezzolla con la mano, e disse.
Esempio: Mont. Iliad. 8, 511: E di Teti adempir cerca le brame, Che lusinghiera gli baciò il ginocchio, E accarezzogli con la destra il mento.
Definiz: § IV. E per Accogliere benignamente, Trattare con cortesia, Tener caro alcuno, Avergli riguardo. −
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 64: Logistilla mostrò molto aver grato, Ch'a lei venisse un sì gentil signore, E comandò che fosse accarezzato, E che studiasse ognun di fargli onore.
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 299: Oltra di questo, debbe egli accarezzare la nobiltà, e del popolo esser difensore.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 33: S. E. non può dare al mondo il maggior saggio di grandezza d'animo, nè di liberalità, nè di giudizio, che d'accarezzare un uomo simile.
Esempio: Red. Lett. 2, 461: La prego con tutto l'animo ad accarezzare e proteggere questo giovane cavaliere.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 381: Francesco primo re accarezzava con munificenza veramente reale gli operai, non rapiva le opere.
Definiz: § V. E pur figuratam. Custodire, Coltivare con particolar diligenza alcuna cosa, Averne cura. −
Esempio: Vett. Colt. Lett. ded.: Mi pare.... che questa pianta, per la sua vaghezza e leggiadria, meriti d'essere accarezzata.
Esempio: Soder. Coltiv. 36: E facciasi ogni opera di palar tutte le viti a' pali, perchè, accarezzandole con essi, te ne renderanno il merito.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. 208: Si deono bene [le pastinache] accarezzare con levar loro l'erba d'attorno.
Esempio: Segner. Mann. febbr. 13, 3: Non ti lasciar però da lusinga alcuna condurre ad accarezzarlo [il corpo].
Esempio: Marchett. Lucrez. 352: Vider quindi Farsi ognor più domestici e più dolci I salvatici frutti, accarezzando La terra, e con piacevoli lusinghe Più e più coltivandola.
Definiz: § VI. Accarezzare dicesi anche del Toccare e Ritoccare con grande amore le opere d'arte e d'ingegno per recarle all'ultima perfezione.