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1) Dizion. 5° Ed. .
GELO e talora anche GIELO.
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GELO e talora anche GIELO.
Definiz: Sost. masc. Quella temperatura molto bassa, per la quale avviene l'agghiacciamento dei liquidi; e più generalmente Freddo intenso, Eccesso di freddo.
Dal lat. gelu. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 118: Del mese di Gennaio dopo 'l gielo, e di febbraio e di marzo, poiché 'l grano è di quattro foglie, col sarchiello e con le mani da tutte le bastarde erbe si mondi.
Esempio: Dant. Inf. 32: Gli occhi lor, ch'eran pria pur dentro molli, Gocciar su per le labbra, e il gielo strinse Le lagrime tra essi, e riserrolli.
Esempio: E Dant. Purg. 3: A sofferir tormenti, e caldi, e gieli, Simili corpi la virtù dispone.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 812: Il gielo strinse le lacrime.... Questo dice, a denotare che le lagrime agghiacciassono tra li occhi, e riserrolli; questo finge l'autore, a dimostrare.... la pena del freddo che sosteneano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 51: La gente crederà che sia dal cielo Tornata Astrea dove può il caldo e il gielo.
Esempio: Alam. L. Colt. 2, 362: E 'ntorno pose Mille vermi crudei, mill'erbe infeste, E di soli e di giel perigli estremi.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 26: E 'l duolo omai delle ferite crude Più cominciava a farmisi molesto; Chè l'inaspria l'aura notturna e 'l gelo In terra nuda e sotto aperto cielo.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 143: Resiste [l'indivia] al freddo non solo, ma al ghiaccio, e nel gelo si fa migliore, e rintenerisce.
Esempio: Pindem. Poes. 104: Gli odorosi, Che mai non senton gel, verdi recinti.
Definiz: § I. In locuz. figur. e figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Non isperate mai veder lo cielo. I' vegno per menarvi all'altra riva, Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo.
Esempio: Petr. Rim. 1, 105: Cortesia fe' (Simone Memmi nel ritrarre Laura); nè la potea far poi Che fu disceso a provar caldo e gielo, E del mortal sentiron gli occhi suoi.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 98: In caldo, e in gielo; cioè nello inferno, ove sono sempre tenebre, e caldo e freddo.
Esempio: Bemb. Rim. 26: Pianta gentil, ne le cui sacre fronde S'annida la mia speme e i miei desiri, Te non offenda mai caldo nè gelo.
Definiz: § II. Pur figuratam., per Mancanza di ardore o fervore, procedente dall'età avanzata. –
Esempio: Niccol. Poes. 2, 10: Io sento Crescere il gel degli anni, e il core, immoto Nei rischj della pugna, oggi mi trema.
Definiz: § III. E altresì figuratam., vale Mancanza di affetti vivi, gagliardi; Freddezza, specialmente in amore. –
Esempio: Rinucc. O. Poes. 73: Dolorosi pensier, feri martiri, Del tormentato cor perpetui vermi, E tu che sì rio giel nell'alma spiri, Angue infernal, che più non so tacermi.
Esempio: E Rinucc. O. Poes. 224: Sì tra sdegnosi pianti Spargea le voci al ciel, Così ne' cori amanti Mesce Amor fiamme e giel. Miserella ahi più no no, Tanto giel soffrir non può.
Esempio: Leop. Poes. 48: Oh misero Torquato! il dolce canto Non valse a consolarti o a sciorre il gelo Onde l'alma l'avean, ch'era sì calda, Cinta l'odio e l'immondo Livor privato e de' tiranni.
Definiz: § IV. Figuratam., e poeticam., per Stagione fredda, Inverno. –
Esempio: Dant. Parad. 21: Che pur con cibi di liquor d'ulivi Lievemente passava caldi e gieli.
Esempio: Petr. Rim. 1, 289: Null'al mondo è che non possano i versi; E gli aspidi incantar sanno in lor note, Non che 'l gielo adornar di novi fiori.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 597: Lievemente passava caldi e gieli, cioè passava sanza fatica la state ed il verno.
Esempio: Alam. L. Cult. 1, 837: Quando si fugge il giel, quando già indora Gli umidi pesci il sol.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 85: Tal fero torna alla stagione estiva Quel che parve nel gel piacevol angue.
Definiz: § V. E per Frescura, Fresco pungente. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Quale i fioretti dal notturno gelo Chinati e chiusi, poi che il sol gl'imbianca, Si drizzan tutti aperti in loro stelo.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 76: Quali i fioretti dal notturno gielo Chinati e chiusi,... cioè come li fioretti che stanno chinati e chiusi per lo gielo della notte, s'aprono e drizzansi in sul lor gambo, poi che 'l sole l'imbianca, e per questo appare che la bianchezza s'ingeneri nelli fiori dal sole, come veggiamo che imbianca la cera che è stata la notte alla rugiada.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 130: Così restar quel dì, ch'ombra, nè gielo A pastor mai non daran più, nè a gregge. –
Esempio: Tass. Gerus. 9, 15: La terra, invece del notturno gelo, Bagnan rugiade tepide e sanguigne.
Definiz: § VI. Vale anche Acqua, o Neve, congelata, Ghiaccio. –
Esempio: Sandr. Pippozz. Gov. Fam.: In questo tempo si metta il ferro alla scarpa, per romper lo gielo delle rughe.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 116: Fremono i tuoni, e pioggia accolta in gelo Si versa, e i paschi abbatte, e inonda i campi.
Esempio: E Tass. Gerus. 11, 48: Come di frondi sono i rami scossi Dalla pioggia indurata in freddo gelo, E ne caggiono i pomi anco immaturi, ec.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 142: Sciolto dell'Alpi il contumace gielo.
Esempio: Red. Lett. 1, 132: Io trovo la voce gielo appresso gli antichi scrittori in significato ancora di ghiaccio.
Esempio: E Red. Lett. 1, 133: Vero è però, che di questa voce gielo, in significato puramente di ghiaccio, fa di mestiere servirsene con discretezza, ed in luogo opportuno.
Definiz: § VII. E per similit. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 508: Torte di Siena, che hanno sopra un grosso gielo di zucchero candito.
Definiz: § VIII. In locuz. figur. e figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 30: Lo giel, che m'era intorno al cuor ristretto, Spirito ed acqua fessi, e con angoscia Per la bocca e per gli occhi uscì del petto.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 88: Ed infiammando l'amorose voglie, Sgombra quel gel che la paura accoglie.
Esempio: E Tass. Gerus. 14, 67: Così (chi 'l crederia?) sopiti ardori D'occhi nascosi distemprar quel gelo, Che s'indurava al cor più che diamante.
Definiz: § IX. E poeticam. per Grandine. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 142: Di sotto il mar, di sopra mugge il cielo, Il vento d'ognintorno e la procella, Che di pioggia oscurissima e di gelo I naviganti miseri flagella.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 9, 216: E mentre freme in giù la pioggia e 'l gielo, Di mille tuoni e fuochi avvampa il cielo.
Esempio: E Anguill. Ovid. Metam. 9,218: Dal giel, dalla procella e dalla pioggia,... Percosso il miser legno or cade, or poggia.
Definiz: § X. Pure poeticam. per Rugiada. –
Esempio: Tass. Gerus. 18, 16: Tal rabbellisce le smarrite foglie Ai mattutini geli arido fiore.
Definiz: § XI. Vale altresì Bevanda, Bibita, fresca. –
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 376: Quali son vostre aurore? e come lieto Chiudete a sera il sol nell'Oceano? Infioransi le mense e di bel gelo Illustrate le coppe?
Definiz: § XII. Gelo di morte, o Mortal gelo, vale figuratam. Morte, Stato di persona morta e quindi irrigidita. –
Esempio: Dant. Purg. 12: Vedeva Briareo, fitto dal telo Celestial, giacer dall'altra parte, Grave alla terra per lo mortal gelo.
Esempio: E Dant. Parad. 13: Qual fece la figliuola di Minoi, Allora che sentì di morte il gelo.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 277: Grave a la terra per lo mortal gelo; perchè [Briareo] figurato era morto.
Esempio: E But. Comm. Dant. 3, 389: Di morte il gielo.... Ne la morte si sente il gielo della morte.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 46: Si dissolvono i membri, e 'l mortal gelo Irrigiditi e di sudor gli ha sparsi.
Definiz: § XIII. E Gelo di spavento, e anche semplicemente Gelo, vale figuratam. Spavento grande, Paura che rende quasi esanime, che fa quasi gelare il sangue. –
Esempio: Dant. Purg. 20: Quand'io senti', come cosa che cada, Tremar lo monte; onde mi prese un gielo Qual prender suol colui che a morte vada.
Esempio: E Dant. Rim. 160: E messo ha di paura tanto gelo Nel cuor de' tuoi fedei, che ciascun tace.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 486: Unde mi prese; cioè a me Dante, un gelo; lo quale venne da paura, come viene a quelli del mondo quando è tremuoto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 39: Per l'ossa andommi e per le vene un gielo; Ne le fauci restò la voce fissa.
Esempio: Car. Eneid. 1, 150: Smarrissi Enea di tanto, e tale un gelo Sentissi, che tremante al ciel si volse Con le man giunte.
Esempio: E Car. Eneid. 3, 96: Or poichè 'l gelo Mi fu dall'ossa uscito, a' primi capi Del popol nostro.... Il prodigio refersi.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 43: Ne van le scheggie e le scintille al cielo, E passa al cor del traditore un gelo.
Definiz: § XIV. Gelo d'invidia, poeticam. vale Invidia che agghiaccia l'animo, che vi spenge ogni calore di affetto. –
Esempio: Buonarr. Fier. 5, 4, 1: S'a me potesse mai nascere in seno Gielo alcuno d'invidia, o poco o molto.
Definiz: § XV. Al caldo e al gelo. –
V. Caldo, in forza di Sost., § XIII.
Definiz: § XVI. Farsi di gelo, di freddo gelo, detto di persona, di volto, e simili, vale figuratam. Prender sembianze di morte, Divenir pallido e ghiaccio per morte, Morire. –
Esempio: Rinucc. O. Poes. 294: Contemplate, anime sante, Di Gesù l'almo sembiante Farsi omai di freddo gelo.
Definiz: § XVII. Farsi di gelo, Divenire un gelo, e simili, vale figuratam. Allibbire per paura; e più generalmente Provare grande turbamento d'animo. –
Esempio: Varch. Boez. 15: Nulla non teme, nè si fa di gielo.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 9, 136: Com'io di tanta novità m'accorsi, Divenni un giel, tremò la mano e 'l core.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 61: Ei si tramuta in volto un cotal poco: Ella si fa di gel, divien poi foco.
Definiz: § XVIII. Non fare una cosa nè caldo nè gelo, vale proverbialm., Non essere quella cosa di alcuna conseguenza, Non fare alcuna impressione, Non importare altrui nulla; che più comunemente dicesi Non fare nè caldo nè freddo. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 410: Oh! non gridate, e mandatenel pure Per me, chè non mi fa caldo nè gelo.
Definiz: § XIX. Dio manda il gelo secondo i panni.
V. Panno.