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LIBBRA e, con forma che nel più dei significati non si userebbe oggi se non in poesia, anche LIBRA.
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LIBBRA e, con forma che nel più dei significati non si userebbe oggi se non in poesia, anche LIBRA.
Definiz: Sost. femm. Antica unità di peso, che dividevasi per lo più in dodici once, e che variava da luogo a luogo, e talvolta anche secondo le materie da pesare. Il suo valore minimo fu di trecento grammi circa, il suo massimo di circa ottocento. E dicevasi pure così Quello strumento di metallo che serviva a bilanciare il detto peso, e Quel segno che sull'ago delle stadere designava tal peso.
Dal lat. libra. –
Esempio: Vill. G. 902: Essendo in Firenze montato l'allento della lega d'once lì e mezo per libra ec.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 88: Che 'l Giudeo gli potesse levare una libra di carne d'addosso di qualunque luogo e' volesse.
Esempio: Collaz. SS. PP.: I quali panellini certa cosa è che a pena pesarono una libbra.
Esempio: Antell. Ricord. 19: Ci dee dare ogni anno libre 150 di carne di porco, per Pasqua di Natale.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 142: Chi lei (la mula) vendesse a canne, E a libbre, anzi a ceste, la sua lana, Si faria ricco in una settimana.
Esempio: Varch. Stor. 2, 72: Ciascuno staio di grano pesa ordinariamente poco più o poco meno di cinquanta libbre.
Esempio: Red. Cons. 2, 30: Beva due libbre, o due libbre e mezza, di acqua di luppoli stillata a stufa.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 106: Cavò fuori sopra un tavolino, in tanti scatolini e boccette di varie materie e lavoro, libbre quattordici, o diciassette, salvo il vero, e non so che once, di polvigli, di manteche, ec.
Esempio: Not. Malm. 1, 249: La libbra contiene dodici once.
Esempio: Targ. Tratt. fior. 267: Sommano le libbre d'oro coniate, libbre 6763, oncie 9, danari 4.
Esempio: E Targ. Tratt. fior. 278: La diversità delle libbre ponderali ha prodotta.... la differenza ec.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 17: La libertà delle tratte mediante un modico dazio rispetto alle sete tanto operò, che se il provento loro in Toscana montò nel 1780 solamente a libbre 163, 178, montò nel 1789 a ben 300,000.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 240: È il Baccelli che dice ai bottegai Che misurin la libbra di dieci once?
Esempio: Lambr. Bach. Set. 46: La dose del sale sia un ventesimo dell'acqua; così che se vi bisognassero libbre 20 d'acqua, ci metterete libbre 1 di sal comune.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Soldan. Sat. 104: Non di talun, ch'il proprio stato sconcia E quel de' figli; e con la spesa troppa La libbra del suo aver riduce all'oncia. (Qui con allusione al linguaggio dei Giureconsulti romani).
Definiz: § II. Si usò per Lira, moneta. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 129: Sì ne fue condennato in libbre mille, e siccome frodatore delle cose del Comune.
Esempio: Strin. Cron. 104: Lasciò ch'e' consorti dovessero dar loro libbre D, e montavano secondo le stime de' patti libbre DCC, che la stima di tutte quelle case di Mercato si è libbre MMMMMD.
Esempio: Casalb. Mel. Ricord. 17: Pagai a ser Donato.... e a Gerardo..., camarlinghi de la camera del Comune di Pisa..., libbre 5.
Esempio: Vill. G. 902: Essendo in Firenze montato l'ariento.... in libre 12 e soldi 15 a fiorino...; onde il fiorino d'oro ogni dì calava ed era per calare, da libre 3 in giù, ec.
Esempio: Vell. Cron. 5: Per la qual cosa i detti Lapo e Berto furono condennati in libbre cinquemila, e i detti Gherardino e Cino ciascheduno in libbre mille, di quella moneta che allora correva.
Esempio: Abbac. P. Regol. 12: Se vuoli partire le libre in 100, sappi che dell'una libra ne viene 2 denari e 2/5, e delle 2 libre ne viene 4 denari e 4/5, e delle 3 libre ne viene 7 denari e1/5, e delle 4 libre ne viene 9 denari e 3/5, e d'ogni cinque libre ne viene uno soldo.
Esempio: Tass. Lett. 3, 36: In quanto a l'Olao, nel libro medesimo è scritto il prezzo; che sono quattro libre di Genova e quattro soldi.
Esempio: Targ. Tratt. fior. 278: Questa subdivisione della lira o libbra moneta in venti soldi, ovvero in 240 danari contanti, era comune a tutti i paesi, particolarmente d'Italia.
Esempio: E Targ. Tratt. fior. appr.: La diversità delle libbre ponderali ha prodotta, a mio credere, la differenza delle libbre monetali, o sieno lire, e delle loro parti o componenti.
Definiz: § III. Quindi, dalla moneta che si pagava, Libbra si usò anche per Imposta, Gravezza, Balzello; e propriamente Imposta sull'estimo: e talvolta si prese anche per lo stesso Estimo. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 112: In queunque modo tu offendi il prossimo, o in persona o in avere, togliendogli poco o assai,... o ponendogli libbre non giuste.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 181, 10: I poveri nomini sono tribolati e spogliati di loro sustanzie con le imposte e con le libbre, e alcuni se ne empiono le borse.
Esempio: Vill. G. 197: Egli voleva che si ponesse una libbra di soldi diece al centenaio; e i detti Trentasei cercavano altro modo da trovare danari con men graveza di popolo.
Esempio: E Vill. G. 277: Tutta la spesa della detta oste si fornì per lo nostro Comune per una libbra di libbre sei, e soldi cinque, al centinaio, che montò più di trentasei migliaia di fiorini d'oro, sì era bene ordinato allora l'estimo della città.
Esempio: Stat. Pot. Fir. 4, 73: Quelli cavalieri, li quali sono chiamati Frati Godenti, sieno tenuti di pagare le libbre e di fare le fazioni delle cose del Comune di Firenze.
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 4, 1: La qual libra dice che non gli debba, nè può esser posta, nè alcun'altra gravezza, secondo certa deliberazione, ch'esso à, e immunità.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 23, 165: E' ti fu scritto pochi dì fa che tu ci mandassi alcuna informazione di certa libra di monna Guiduccia. Ora abbiamo veduto la tua risposta sopra ciò ài fatto. E pertanto vogliamo e comandianti, ch'e' beni che s'apartenevano alla detta monna Guiduccia, tu facci sieno libberi da ogni imposta e libra, che per cotesto Comune si ponesse, o che posta fosse da poi in qua morì. Pace.
Esempio: A. Centil. 29, 36: Tutte quelle spese.... Si fecer d'una libbra, che si prese Sei lire e cinque soldi il centinaio D'estimo a' contadini e cittadini.
Esempio: Gualter. Descr. Nozz. 12 t.: I Ghibellini di Firenze, sentitisi gravare troppo più che l'ordinario e il convenevole di libbre, gravezze, imposte, e torsioni da i loro maggiori, ec.
Esempio: Mann. Ist. Decam. 8: Et quod ipsi sunt allibrati in communi de Certaldo comitatus Florentiae, et ibidem contra ius et rationem gravantur ad solvend. libras et praestantias etc.; perciò domandano.... di pagar la libra in Firenze, e non nel comune di Certaldo, ec.
Definiz: § IV. Onde Fare libra o libbra, o la libbra, si disse per Porre una gravezza, e più specialmente sull'estimo. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 184, 5: E feciono la libra..., sanza niuna piatà.
Esempio: Vill. G. 290: E per bisogno di moneta, per non fare libbra, si venderono le mura vecchie, e' terreni dentro e di fuori a chi v'era.
Definiz: § V. E conforme a proprietà latina, fu anche nome di una Sorta di misura di capacità per liquidi. –
Esempio: Belleb. Stat. S. Iac. volg. 24: Una quartina. Una mezza quartina. Uno quarto. Una metadella. (Sono misure da biada, e sono di ferro). Una quaderna. Una libra. (Sono misure da olio, e sono di rame).
Definiz: § VI. Pure con proprietà latina, Libra prendesi per Bilancia; ma oggi non si userebbe se non talvolta in poesia. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 1, 42: Astrea, che con la libra e con la spada Conosce di ciascun l'errore e 'l merto.
Esempio: Vann. Biring. Mec. Arist. 35: La libra, parimente detta bilancia, è un certo istrumento, di ferro o di rame o di legno, assai lungo, nel cui mezo è un foro dentro al quale è collocata una certa linguetta o stile, che esce fuori da quella parte alla quale inchina il peso; il quale stile i Latini chiamano examen, e noi lo chiameremo indice o ago, chè così lo chiamati i volgari.
Esempio: Soldan. Sat. 16: Se tu mostrassi, ch'egli erra nel raccolto D'una somma, o nel peso in sulla libra, Non saresti ec.
Esempio: Galil. Op. IV, 78: Accade.... in questa operazione Io stesso a capello che nella stadera, nella quale un peso di due libbre ne contrappeserà un altro di 200, tuttavolta che nel tempo medesimo quello si dovesse muovere per ispazio 100 volte maggiore che questo; il che accade quando l'un braccio della libra sia più cento volto lungo dell'altro.
Esempio: Torric. Lez. 3: La libra, la leva, e l'argano, sono macchine già note al mondo.
Esempio: Grand. Instit. mecc. 20: Se in due libre eguali AB, F H si dispongono alcuni pesi omogenei nell'una, ed altri tra di loro omogenei nell'altra, in maniera che, essendo attaccati in distanze eguali, sieno proporzionali, ovvero, se le libre A B, F H fossero disuguali, ec.
Esempio: E Grand. Instit. mecc. 21: Il centro comune di più grandezze disposte nella prima libra ed il centro comune dell'altre proporzionali nella seconda libra, dividono esse libre ec.
Definiz: § VII. In locuz. figur. –
Esempio: Galil. Op. II, 593: Io so bene, che quando ei volesse con giusta libra pesare il suo grave demerito, non mi daria ec.
Definiz: § VIII. E Term. di Astronomia. Nome del settimo fra i segai dello Zodiaco; che dicesi pure Le bilance. Ed è Nome altresì della settima costellazione di esso Zodiaco. –
Esempio: Dant. Purg. 27: Sì come quando i primi raggi vibra Là dove il suo Fattore il sangue sparse, Cadendo Ibero sotto l'alta Libra, E l'onde in Gange da nona riarse, Sì stava il sole.
Esempio: E Dant. Parad. 29: Quando ambodue i figli di Latona, Coverti del Montone e della Libra, Fanno dell'orizzonte insieme zona.
Esempio: E Dant. Conv. 203: Lo cerchio che nel mezzo di questi s'intende, si è quella parte del Cielo, sotto 'l quale si gira il Sole quando va coll'Ariete e colla Libra.
Esempio: Bocc. Amet. 65: La cagione della rivestita terra da Ariete, e poi spogliata da Libra, ti mostrerò.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 642: Se Ariete nel suo emisperio incominciava a calare, nel quale era lo Sole, convenia che da la parte opposita incominciasse a calare Libra che arrecava la notte; imperò che è opposito segno ad Ariete.
Esempio: Dat. L. Sfer. 1, 11: E così Libra, E quel che due Germani insieme vibra.
Esempio: Alam. Op. tosc. 1, 318: Già pareggiando il ciel le luci e l'ombre, La notte vincitrice in Libra ascose Avea del maggior dì l'aurate spoglie.
Esempio: Tass. Dial. 1, 361: Più ragionevol sarebbe, ch'il moto avesse avuto principio ne l'equinozio autunnale, quando il sole era in Libra.
Esempio: E Tass. Mond. or. 107: La luce e l'ombra L'alta Libra celeste agguaglia in lance.
Esempio: Galil. Op. II, 231: D'uno di questi animali (si parla delle costellazioni dello Zodiaco e delle loro denominazioni) se ne sono fatti due segni; e questo è lo Scorpione, la cui parte anteriore forma una costellazione chiamata Libra: ed in tal modo ciaschedun segno dello zodiaco ha una propria costellazione.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 52: Era nella stagione in cui trasporta Il sole oltre la Libra il suo soggiorno.
Definiz: § IX. A libbre, posto avverbialm., vale, in senso figurato, In gran copia o quantità, Copiosamente, Abbondantemente. –
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 14: Da una tal novità N'avrà noie sì fatte, che le tempie.... Ne gli son per versar sudore a libbre.
Definiz: § X. E A libbra a libbra, trovasi usato poeticam. per In gran quantità e senza interruzione. –
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 137: Costei pur si delibra.... Ch'i'arda, mora e caggia A quel ch'a peso non sie pure un'oncia; E 'l sangue a libra a libra Mi svena, e sfibra el corpo all'alma sconcia.
Definiz: § XI. Di libbra, usasi a modo di aggiunto, e vale Del peso d'una libbra: e dicesi più specialmente di cero. E per estensione, vale anche Assai grosso e pesante. –
Esempio: Giamb. Vegez. 69: Ed ancora solamente colla mano usavano tutti i cavalieri pietra di libbra gittare.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 450: Dico che è stolto.... chi per trovar un ago ardesse un cereo di libbra.
Esempio: Pulc. L. Morg. 9, 74: Chi vuol de' grossi, nel fondo giù pesca. Io piglio lasche di libbra, compare; Se tu ci fussi, tu ci goderesti.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 23: Grand'arca tutta fornita di torchietti di libra, e tutta la chiesa intorno, e le cappelle alte dal mezzo tutto ogni cosa pieno di torchietti di mezza libra, e spesso seminati di que' di libra.
Definiz: § XII. Tenere in libra, Stare in egual libra, sono maniere poetiche, che valgono Tenere, Stare, in equilibrio, Bilanciare, o Librarsi; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 29 var.: Quando amboduo i figli di Latona Coverti del Montone e della Libra Fanno dell' orizzonte insieme zona, Quant'è dal punto, che gli tiene in libra, Infin che l'uno e l'altro da quel cinto, Cambiando l'emisperio, ai dilibra, Tanto ec.
Esempio: Bocc. Fiamm. 157: Così da queste cose l'anima occupata, il proponimento subito lungamente in libra tenne.
Esempio: Soldan. Sat. 49: Or che 'l giorno e la notte in egual libra Stanno sulle bilance, ec.
Definiz: § XIII. Dare dodici onde per libbra, dicesi proverbialm., per Vendere checchessia a peso giusto; e figuratam., per Assegnare ad alcuno tutto intero ciò che gli si compete.
Definiz: § XIV. E Rendere tredici onde per libbra, vale Retribuire ad alcuno piti del suo avere; anche figuratam. –
Esempio: Nom. Catarc. Angh. 3, 82: Facciamgli i piè tener nelle bigoncie, E rendiamgli per libbra tredici oncie.
Definiz: § XV. Val più , un'oncia di fortuna, che una libbra di sapere, o di sapienza, o È meglio, un'oncia di fortuna, che una libbra di sapere, o di sapienza. –
V. Fortuna, § LVI.
Definiz: § XVI. Una libbra di male e un'oncia di bene, e Il male viene a libbre e va via a once, sono maniere proverbiali che significano: Esser nelle cose umane più il male che il bene, ed altresì Che dai mali fisici gravi si guarisce con difficoltà e in corso lungo di tempo. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 259: Guarda che in pericolo Non ti lasci cascare, Perochè a libra entrane, E a oncia esce, il male.