Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
MERO
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MERO.
Definiz: Add. Puro, Semplice, Che non ha in sè alcuna mistura, Non modificato o alterato da cose estranee; ma in tal senso è proprio del linguaggio poetico.
Dal lat. merus. –
Esempio: Dant. Parad. 9: Tu vuoi saper chi è in questa lumiera, Che qui appresso me così scintilla, Come raggio di sole in acqua mera.
Esempio: E Dant. Parad. 11: Ed io senti' dentro a quella lumiera, Che pria m'avea parlato, sorridendo Incominciar, facendosi più mera.
Esempio: E Dant. Parad. 23: Al millesmo del vero Non si verria, cantando il santo riso, E quanto il santo aspetto facea mero.
Esempio: E Dant. Parad. 30: Di novella vista mi raccesi Tale, che nulla luce è tanto mera, Che gli occhi miei non si fosser difesi.
Esempio: Beniv. Eglogh. 86: Cinta da' raggi suoi lieta rifulgo Come ardente favilla in fiamma mera.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 323: Povero e nudo e sol se ne va 'l Vero, Che fra la gente umile ha gran valore. Un occhio ha sol, qual è lucente e mero.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Rim. Ant. P. Ant. Ferr. 4, 243: Franco, la fama mera e l'alto ingegno In l'alto Olimpo t'ha salito.
Esempio: Canig. Ristor. 46: Rade volte chi ha l'animo mero In tuo presenza dice di tuo' fatti Cosa che monti onore, o vitipero.
Definiz: § II. Pur figuratam., usasi comunemente a denotare Solo, Non accompagnato da qualsiasi elemento che modifichi la natura di ciò a cui è riferito, che parimente dicesi Puro. E in tal senso per lo più preponesi al sostantivo. –
Esempio: Bern. Lett. fam. V. 311: Abbiatemi per iscusato; chè potete ben pensare che la necessità mera mi vi fa scrivere d'altra mano.
Esempio: Gell. Lettur. N. 1, 79: Per essere ella (l'anima) stata creata da lui, per mera liberalità sua, molto più capace di quella, che l'altre creature.
Esempio: Cellin. Pros. 291: Nella quale opera, come di sopra, fu solo stimata la mera fatica sua.
Esempio: Tass. Lett. 1, 259: Perochè ben conosco che l'aver sospettato di vostra Altezza, e l'aver de' meri sospetti parlato publicamente, è pazzia degna di purga.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 2, 490: Le discordie presenti dell'Olanda sono per causa mera di religione.
Esempio: Pallav. Tratt. Stil. 30: Per figura intendo quella maniera di parlare e di porgere, che studievolmente si discosta dal mero linguaggio gramaticale, secondo la più comune usanza della favella.
Esempio: Menz. Sat. 10: E questa è una delle dilezioni Che il vangelo vi detta? andar giostrando Per mera ambizione i dotti e i buoni?
Esempio: Paolett. Oper. agr. 1, 388: E dunque un mero sogno il figurarsi che dal basso prezzo de' viveri possano risentirne vantaggio i poveri e l'arti.
Esempio: Alf. Sat. 35: Lor facondia (degli avvocati) noleggiasi a zecchini: Trasmutan l'assassinio in rissa mera, Onde i cori a pietà fan tosto inchini.
Esempio: Giobert. Error. 1, 359: Chi apprende questa mera possibilità senza più, non afferma che il possibile sia reale, e quindi non fa alcun giudizio.
Esempio: Capp. Econ. 359: Proferite a' temi di mera speculazione quelli applicabili alla direzione pratica della economia privata e della sociale.
Definiz: § III. E nel medesimo significato, detto di persona. –
Esempio: Dav. Tac. 1, 216: Chi ha voluto con lui tradire la republica.... puniscasi: chi gli è stato mero amico, e servigio gli ha fatto, sia come te, o Cesare, senza pena.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 60: Toccherà l'astenersene a i meri poveri.
Definiz: § IV. Altresì per Paro, Schietto, poeticam., e conforme a proprietà latina, detto del Vino. –
Esempio: Buonarr. Fier. 3. 4, 4: Tanto ama 'l vin nuovo che 'l vetusto, E lo bee annacquato e lo bee mero.
Definiz: § V. Mero imperio. –
V. Impero, § XXV.