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MEATO
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MEATO.
Definiz: Sost. masc. Via, Canale, Foro, o simile, de' corpi, per lo più angusto, pel quale n' esce, o vi penetra, aria, vapore, umore, e simili; ed è più che altro Termine anatomico e di scienze naturali.
Dal lat. meatus.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 38: Ed ancor quivi (nell'orificio) da la testa cade alcuna viscosità catarrosa, la quale è a impedire lo meato della voce, e diviene l'uomo aleuna volta fioco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 39, 56: Poi con certe erbe.... La bocca chiuder fa.... Chè non volea ch'avesse altro meato, Onde spirar, che per lo naso, il fiato.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 37: Ho anco parlato del cercar de le vene, e così son venuto a capo del secondo libro, ed ora ne vengo al terzo che è de le vene, de' meati de le radici e commessure de' sassi.
Esempio: Soder. Op. 1, 60: Il gran gelo strigne e riserra i pori e meati della terra.
Esempio: E Soder. Op. 1, 73: La cagione è perchè 'l calore del fiato di questo vento, aprendo i pori e meati della cotica, lascia esalare, e dissolversi insieme con gli spiriti, il calor natio.
Esempio: Galil. Op. VI, 351: Aperti.... i meati (d' un sasso calcinato) dall'acqua, il che non faceva l'aria, ec.
Esempio: E Galil. Op. VII, 449: Son forse qui intorno voragini o meati nel fondo del mare, per le quali la terra attragga e rinfonda l' acqua, respirando quasi immensa e smisurata balena.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 118: Pure, soffiando per un fil di paglia in quel meato ch'egli (i ranocchi) ànno sotto la lingua per pigliar fiato, si dispiegarono (i polmoni).
Esempio: Salvin. Disc. 2, 379: Quella perspirazione, o traspirazione insensibile, che da tutta la vita nostra continuamente pe' meati o pori della cute si rende, siccome impedita e turata, è cagione d'infermità e di morte, così tenuta bene aperta, netta e facile, giocondamente mantiene e la sanità e la vita.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 149: Spesse volte un certo meato, o condotto, s'apre, che dal profondo sino al centro della papilla s'allunga, nel quale un umore diafano stagna, che ec.
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. 114: Membrana che veste o le cavità dei denti, o il meato auditorio, o le fauci, o l'interna superficie del canale ec.
Esempio: Lastr. Agric. 1, 91: Dilatandosi il volume dell'acqua che si trova nei piccoli meati delle medesime (zolle), nel tempo della conglaciazione, serve come di cuneo a disgregarne le parti.