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1) Dizion. 5° Ed. .
DORMALFUOCO e DORMIALFUOCO, che si scrisse anche disgiuntamente DORMI AL FUOCO.
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DORMALFUOCO e DORMIALFUOCO, che si scrisse anche disgiuntamente DORMI AL FUOCO.
Definiz: Sost. masc. indecl. Poltrone, Infingardo, ed altresì Balordo; ma più che altro si disse dei mariti, i quali acconsentono al disonore della propria moglie, o che non ne fanno risentimento; e si usò anche a guisa di Aggiunto. Onde la maniera Fare il dormalfuoco, significò Vivere spensieratamente, Vivere poltroneggiando, ed altresì Non curare il disonore maritale. Voce scherzevole, di raro uso oggidì,
composta da dormire e fuoco. ‒
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 204: E si pensa ch'io abbia a chiuder gli occhi, Ed a far il buon uomo, e 'l dormi al fuoco.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 5, 6: Or dove sete, Vedove sconsigliate? e dove sete Voi, mogli de' mariti dormalfuoco?
Esempio: Baldov. Comp. dramm. 80: L'occhio alla penna, e badar bene al giuoco, Nè fare il serfedocco, o il dormialfuoco.
Esempio: Fag. Comm. 3, 19: Queste solitarie, queste romitine, biasciantingoli e dormi al fuoco, son quelle appunto che saltan su col pizzicor del marito.
Esempio: E Fag. Rim. 3, 89: Ma non facciamo, come a tutte l'otte Veggiamo alcuni fare, il dormi al fuoco.