Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
NATICA.
Apri Voce completa

pag.30


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
NATICA.
Definiz: Sost. femm. Ciascuna delle due parti carnose e deretane del corpo umano tra la cintura e l'appiccatura delle cosce; Chiappa.
Dal lat. natica. –
Esempio: Dant. Inf. 20: Il pianto degli occhi Le natiche bagnava per lo fesso.
Esempio: Cavalc. Pungil. 113: Fece radere mezze le barbe a' suoi imbasciadori, e tagliare loro i panni insino alle natiche.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. L. 109: Egli han mutato vezzo e pratica, Per bontà d'Adoardo, ch'è or vivo, Che gli ha frustati più su che la natica.
Esempio: Bocc. Laber. 64: Estimando che l'aver ben le gote gonfiate e vermiglie, e grosse e sospinte in fuori le natiche.... fossono ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 521: Finge l'autore che le lagrime, che cadeano dal volto in sulla concavità delle spalle, entrassono nel canale delle reni, e così andassono giù tra il fesso delle natiche.
Esempio: Comp. Mantell. 103: E del culo mostrò tutta una natica.
Esempio: Cellin. Pros. 141: L'altro pezzo si era le stiene insino su alla appiccatura del collo, con tutte le spalle insino quanto arriva giù alle natiche.
Esempio: Baldell. F. Polid. Virg. 228: Fece rader loro la testa, e tagliar la veste per fino alle natiche.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 128: Il piede, secondo la sua general definizione, è tutto quello che si stacca dalle natiche sino all'estremità delle dita de' piedi.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 105, 2: Natica. Chiappa.... Parte deretana del corpo, con la quale si siede.
Definiz: § I. E per estensione, parlandosi di certi animali. –
Esempio: Esop. Fav. S. 128: Pensò [la scimia] domandare alla volpe, a compimento di sua perfezione, un poco della sua coda lunga, grande e pannocchiuta, acciocchè con essa coprisse le sue brutte e callose natiche.
Definiz: § II. Potersi grattar le natiche, e anche trovasi Stare colle natiche in mano; modi triviali, denotanti la condizione spiacevole in cui rimane chi è frustrato o deluso in alcun suo disegno o proposito. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 323: Poi, doppo le fatiche e spese, i giudici Solo in quaranta lire lo condannano; E chi ha speso si può grattar le natiche.
Esempio: Tass. Lett. 2, 579: Tutto oggi sono stato (e sia detto con riverenza) con le natiche in mano.