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1) Dizion. 1° Ed. .
VOLONTA
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VOLONTA.
Definiz: Potenzia motiva dell'anima ragionevole, per la quale l'huomo desidera, come buone, le cose intese, o le rifiuta, come malvage.
Esempio: Tes. Br. 8. 49. Volontà si è un leggier mutamento, che alcuna volta viene al corpo, e al cuore, per alcuna cagione, sì come allegrezza, cupidità, cruccio, malizia.
Esempio: Com. Purg. 16. La volontade è nella parte intellettiva dell'anima, sì che chiaro appare, che la volontade non è subbietta alli celestiali corpi.
Esempio: Teolog. Mist. La volontà è quella potenzia, per la quale l'anima ama il suo creatore.
Esempio: Bocc. nov. 98. 33. Chi dunque, lasciata star la volontà, e con ragion riguardando, più i vostri consigli commenderà.
Esempio: Dan. Par. 3. Frate, la vostra volontà quieta Virtù di carità.
Esempio: Lib. dicer. Avvegnachè noi non parliamo sopra volontade, tuttavolta non possiamo tacere.
Definiz: ¶ Per voglia, disiderio. Lat. voluntas, cupiditas.
Esempio: Bocc. nov. 65. 12. E se non fosse, che volontà lo strinse di saper più innanzi, egli avrebbe, ec.
Esempio: E Bocc. nov. 33. 10. In tanta volontà di questo fatto l'accese.
Definiz: Col DI, segno di caso avanti, diventa avverbio, e vale volontariamente.
Esempio: Bocc. nov. 3. 3. Sì era avaro, che di sua volontà non l'avrebbe mai fatto, e forza non gli voleva fare.
Definiz: ¶ Per, di voglia. Lat. avidè.
Esempio: Mir. Mad. M. Non essendo egli altramenti obbligato al digiuno, cominciò a mangiare di volontà.